
La protesta arriva all’indomani della decisione del presidente russo, Vladimir Putin, di prolungare l’embargo imposto sui beni alimentari fino al 31 dicembre del 2017. Un embargo che, secondo un primo bilancio sull’impatto delle sanzioni sul sistema agroalimentare italiano stilato dalla Coldiretti, vede proprio il Veneto come la regione più duramente colpita dalle contromisure alle sanzioni europee attuate dalla Russia e che riguardano solo l’agroalimentare con una lista di prodotti per i quali è del tutto vietato l’ingresso: frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da UE, Usa, Canada, Norvegia ed Australia.
«L’Europa che ora deve affrontare i pesanti effetti politici ed economici della Brexit (il voto in Inghilterra dove ha vinto chi vuole uscire dall’Ue) non può permettersi di proseguire una dolorosa guerra commerciale con la Russia con la quale bisogna percorrere da subito la via del dialogo», ha detto subito il presidente nazionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo, nell’esprimere, davanti al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina presente all’incontro, apprezzamento per le dichiarazioni del ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault che dopo l’incontro a Parigi con la controparte russa, Serghei Lavrov, ha dichiarato che «le sanzioni non sono un risultato in sé: noi vogliamo che le sanzioni vengano rimosse il più presto possibile».
Gli agricoltori italiani stanno protestando, nello stesso momento, in piazza, davanti al “Cattolica Center” dove si svolge l’assemblea di Coldiretti. In quasi 10 mila sono arrivati con i loro trattori, portando i prodotti rimasti invenduti, per offrirli ai cittadini e denunciare un braccio di ferro insensato e autolesionistico per l’Italia e l’intera Europa.