Dal 31 gennaio con nota 8082 a firma dell’ingegner Pellegrini (oggi passata alle dipendenze della Regione) non è più disponibile il servizio di reperibilità della Protezione Civile Provinciale. A svelarlo è Stefano Ceschi, consigliere provinciale di “Insieme per Verona – Partito Democratico” che accusa: «Viene quindi a mancare un importante riferimento per i sindaci, quali Autorità di Protezione Civile, e gli amministratori del territorio in caso di gravi calamità naturali come l’alluvione che nel 2010, 2011 e 2013 ha colpito la zona di Soave.
I dipendenti provinciali che seguivano la Protezione Civile sono ora in capo alla Regione Veneto distaccati presso la Provincia di Verona e continuano a svolgere i compiti che svolgevano in precedenza. Tre persone che però ora non potranno più garantire la reperibilità in quanto in numero insufficiente ad assicurare questo importante servizio».
La Regione Veneto nell’ultimo bilancio approvato, ha ridato la delega alla Protezione Civile alle Province ma come accade quasi sempre in questi casi non ha verificato la possibilità di mantenere quanto negli anni quegli uffici avevano assicurato sul loro territorio. La reperibilità in Provincia di Verona era garantita dal personale di due Unità Operative quindi sei dipendenti che è il minimo sindacale per fornire tale servizio.
«Ora, la Regione per una scelta miope e che dimostra scarsa conoscenza del sistema ha ridelegato solo la Protezione Civile quindi solo tre dei sei dipendenti necessari – spiega Ceschi -. Una delle immediate ripercussioni è l’impossibilità di inoltro dei comunicati del Centro Funzionale Decentrato nei giorni festivi e negli orari non lavorativi che il servizio di reperibilità gestiva. Il comunicato potrebbe essere inoltrato nel tardo pomeriggio di venerdì ed essere letto e diffuso solo il lunedì al rientro degli addetti. Queste note sono avvisi di allarme meteo che la Protezione Civile provinciale trasmetteva a qualsiasi ora per 365 giorni ai Volontari di Protezione Civile per predisporre i presidi necessari ad affrontare, per esempio, un’onda di piena dell’Adige, agendo preventivamente per una riduzione e mitigazione del rischio, concetti base di ogni attività di Protezione Civile a tutela della pubblica incolumità».
«Occorre assolutamente provvedere a ripristinare tale servizio in capo alla Provincia di Verona, i sindaci hanno bisogno di un punto di riferimento esperto e formato che attivi tutte le procedure e coordini i mezzi e volontari a disposizione in poco tempo e non solo nelle situazioni di emergenza perché quando si è in emergenza è troppo tardi», conclude Ceschi.