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27 Marzo 2023
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Regionali 2020, presentata la lista veronese del PD: «Riportiamo Verona al centro della politica regionale»

«Abbiamo l’ambizione di puntare a portare a Venezia due consiglieri regionali veronesi del Pd. Oggi presentiamo una lista di candidati competenti, esperti come amministratori e appassionati a cui affidiamo le nostre proposte politiche e la capacità di trasformarle in atti concreti. Sono certo che sapranno rappresentare al meglio le esigenze della società veronese e del territorio provinciale del quale sono rappresentanti».

Ha esordito così Maurizio Facincani, segretario provinciale del Pd veronese, nel presentare oggi, in piazza a San Zeno a Verona, la lista dei nove candidati, dei quali 5 donne, alle Regionali del 20 e 21 settembre. Sono Anna Maria Bigon, consigliere regionale uscente e già sindaco di Povegliano Veronese, avvocato; Giandomenico Allegri, vicesindaco di Sommacampagna, nel cda del Consorzio Zai, imprenditore; Chiara Chiappa, consulente del lavoro e presidente della Fondazione Centro Studi Doc; Luigi Cadura, già sindaco di Pescantina, commercialista; Laura Crestani, consigliere comunali di Arcole, avvocato; Alberto Mancini, segretario del circolo di Lazise, informatico; Elisa La Paglia, consigliere comunale a Verona, libera professionista assicuratrice; Enzo Righetti, nel cda del Consorzio Zai, imprenditore; Alessia Rossignoli, consigliere comunale a Cerea, impiegata.

«Sono persone che ritengo in grado di far valere l’idea che Verona ed il Veneto possono competere con le Regioni più avanzate d’Europa – ha concluso Facincani -. L’amministrazione regionale uscente, a conduzione leghista, non ha saputo colmare le distanze che ci separano da queste realtà in termini di istruzione, valorizzazione della cultura, ricerca e innovazione, infrastrutture e mobilità sostenibile, risparmio di suolo, sanità sul territorio, lavoro. Insomma, vogliamo rimettere Verona al centro della politica regionale».

«Sul fronte della sanità conosco bene la situazione del territorio isolano, perché lì sono nata ed ho vissuto gran parte della mia vita. L’ospedale di Isola della Scala è chiuso da 10 anni a causa dei tagli fatti dalla Regione e 100 mila cittadini di quest’area sono senza servizio sanitario degno di questo nome, senza un punto di primo intervento – accusa Chiappa -. Basti pensare che le donne della zona vanno a partorire in Lombardia, all’ospedale di Pieve di Coriano, dopo che Borgo Trento a Verona è stata chiusa a causa della grave infezione da Citrobacter, il Sacro Cuore a Negrar è strapieno. Non a caso nell’isolano aprono dei punti salute privati. È questa la sanità di Zaia? Per non parlare delle liste d’attesa».

«Il nostro obiettivo è costruire il benessere della nostra comunità, dare sviluppo economico al Veronese – dice La Paglia -. In questi anni a guida leghista, fondamentalmente i fondi regionali sono andati altrove, nel Trevigiano in particolare. E il Veronese, invece, ha subito danni ambientali enormi al territorio con una cementificazione selvaggia, la sua sanità ha fatto passi indietro, ed anche sull’export, da sempre punto di forza della nostra imprenditoria, i segnali sono preoccupanti. Siamo stati abbandonati dalle politiche regionali e per questo dico che oggi Verona ha molto da far valer come territorio, a partire per esempio da una seria politica di economia turistica che fino af oggi, anche qui, ha guardato solo agli interessi del Trevigiano».

«Posso dire che in questi anni Verona è stata dimenticata dalla Regione, sia dal punto di vista della sanità, che delle infrastrutture – si allaccia Allegri -. La nostra proposta è di rispondere a queste mancanze che non le esigenze del territorio dando corso ad azioni concrete che garantiscano un futuro ai nostri giovani, posti di lavoro qualificati ed una crescita sostenibile ed attenta ai bisogni delle famiglie».

«Nel Basso Veronese, il mio territorio, abbiamo visto un declino della sanità con una politica che ha favorito la privatizzazione dei servizi – afferma Rossignoli -. E poi siamo fermi a vent’anni fa dal punto di vista delle infrastrutture della mobilità, con la provincia che deve essere più commessa con la città e il Veneto. Basta citare la variante alla regionale 10, attesa da 40 anni, e la metropolitana di superfidie di cui si parlava ancora dieci anni fa. Tutti progetti dimenticati da Venezia».

«La difesa ospedale di San Bonifacio, come nel Basso Veronese quello di Legnago, è uno dei temi fondamentali dell’Est Veronese. È un’esigenza che abbiamo visto anche nell’emergenza Covid – sottolinea Crestani -. E poi c’è la tutela del territorio. Il caso Pfas ha dimostrato quanto sia importante una maggiore attenzione su questo fronte. Dobbiamo fare in modo che non si ripetano più disastri come l’inquinamento da Pfas, servono più controlli, anche sul fronte della difesa idrogeologica».

«La Regione non ha portato avanti gli investimenti sulla sanità, in particolare negli ospedali di periferia, non ha salvaguardato il territorio, tanto che Verona ha avuto la bandiera nera per la cementificazione nel 2019 – tira le somme Bigon -. Servono, poi servizi gratuiti per le famiglie, supportare un settore fondamentale come l’agricoltura che vede il Veronese ancora oggi maggior produttore nazionale di ortofrutticoltura, come di vino, ed altri prodotti agricoli. È un’attenzione a questa parte del Veneto che in questi anni Venezia non ha avuto e che noi ci ripromettiamo di garantire».

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