«I provvedimenti del Governo per la cosiddetta “regolarizzazione” del lavoro, rappresentano ulteriori ostacoli per le aziende che vorrebbero e hanno la necessità di coinvolgere manodopera, anche locale, nelle attività temporanee. Più procedure burocratiche, più carta, più adempimenti equivalgono a più costi».
Lo dice Claudio Valente, già presidente di Coldiretti Verona e oggi candidato al consiglio regionale del Veneto con Fratelli d’Italia. «Denaro speso per attività “improduttive”, che pesa ad esempio su tante imprese agricole. Procedure che a loro volta pesano sulla pubblica amministrazione, che potrebbe investire personale e risorse in altre attività più fruttuose, ad esempio per lo sviluppo – riprende Valente -. Quando alle idee si sostituiscono le ideologie, quando manca una vera e reale conoscenza dei territori e dei loro bisogni, i risultati sono questi. E a pagarne le conseguenze sono cittadini e aziende».
«L’agricoltura pochi anni fa ha già sperimentato con successo i voucher: lavoro regolare, retribuzione certa, procedure semplici. Funzionavano? Bene. Si potevano migliorare? Certo, tutto si può migliorare. Allora, cosa si fa? Li si elimina – accusa il candidato consigliere regionale -. Tutto ciò è un ostacolo in più, in un momento economico difficile, per il mondo delle imprese e del lavoro. Lavoro – conclude Valente – che coinvolge anche la manodopera locale, come i tanti studenti che vorrebbero raccogliere uva o mele in territorio veronese, per sostenersi le spese degli studi o aiutare a casa. Come molti di noi hanno fatto da ragazzi. Esperienze che ci hanno aiutati a diventare grandi, uomini e donne, e che oggi sono complicate da una burocrazia lontana anni luce dal mondo reale».