«La grande distribuzione taglia i posti di lavoro in Veneto. Se ne andranno a casa un quinto dei lavoratori dell’Auchan di Mestre, che passeranno da 323 a 260. Nel tritacarne finiranno anche 38 dipendenti del punto vendita di Vicenza e una cinquantina di quello di Padova. Per non parlare dei 52 esuberi su 202 dipendenti del Carrefour di Marcon, dei tagli annunciati dal Mercatone uno e perfino dalla Feltrinelli». A farlo presente è il candidato alla presidenza della Regione per il Movimento 5 Stelle, Jacopo Berti, che accusa: «Questi sono i risultati del Jobs Act e della globalizzazione voluti dai partiti. Oggi i diritti dei lavoratori sono difesi solo dal M5S».
«I partiti favoriscono la grande distribuzione organizzata – rivela Berti – che poi, come abbiamo visto, dopo aver fatto fallire le imprese locali licenzia i lavoratori. In questo frangente sono quindi con la fascia al braccio, il Primo Maggio non è la festa dei lavoratori ma il loro requiem. Il M5S in Veneto restituirà centralità alle piccole imprese – annuncia il candidato – darà ossigeno a chi le vuole avviare col Microcredito 5 Stelle, ovvero 25mila euro ad imprenditore. Daremo dignità a chi ha perso il lavoro con un reddito di cittadinanza veneto».
«Una proposta di protesta nonviolenta è quella di non fare la spesa, almeno per il Primo Maggio, nei negozi aperti della grande distribuzione che cinesizzano i lavoratori – conclude Berti, che oggi visiterà alcune delle strutture che rientrano nei progetti di riduzione del personale – io per primo non lo farò, ma visiterò alcuni luoghi simbolo di questi licenziamenti. Siamo già in contatto con i lavoratori in protesta, siamo vicini a loro come unica forza coerente».