«Dobbiamo investire nell’infanzia». Lo ha detto ieri Dolores Olioso presentando a Verona la sua candidatura al consiglio regionale del Veneto nella lista civica di Alessandra Moretti: «In 42 anni di lavoro in qualità di esperta di Musica per le Scuole dell’infanzia comunali di Verona, ho avuto decisamente tempo per riflettere sul mio percorso professionale. E l’aspetto principale che via via emergeva, era un pensiero forte e solido su come, bambini e bambine, erano maturati in quasi mezzo secolo grazie all’educazione impartita dalle materne. Ma l’operare concretamente e quotidianamente nelle scuole il più delle volte sembrava impedire riflessioni più profonde, tanto che pochi anche tra gli stessi esperti, hanno capito la “rivoluzione” avvenuta nell’educazione nella fascia di età dai 3 ai 5 anni: da un “asilo” di custodia e di “assistenza” ad una scuola di promozione dello sviluppo integrale della personalità di ciascun bambino/a. Una scommessa politica che la crisi economica e finanziaria sta però rimettendo in discussione: c’è il rischio che la scuola materna, senza ulteriori finanziamenti, senza nuovi investimenti, torni ad essere come era mezzo secolo fa».
«Per questo ho deciso di candidarmi, per poter comunicare che il mondo dell’Infanzia non è una tappa a sé stante. Non sono solo quei due-tre anni connotati di gioia e spensieratezza, un’oasi staccata dal resto della vita. Il mondo dell’infanzia è in realtà il punto di partenza sul quale costruire un viaggio istruttivo che durerà tutta la vita – ha detto Olioso -. Più l’inizio sarà solido e più il percorso sarà fecondo».
Investire nell’Infanzia, dunque. «Una parola d’ordine che ho ripreso dalla Commissione Europea: “Investire nell’infanzia per spezzare il circolo vizioso dello svantaggio sociale”. E’ questo infatti il titolo del “7° rapporto di aggiornamento della Convenzione sui diritti dell’infanzia e del’adolescenza in Italia (2013-2014)” – ha concluso la candidata al consiglio regionale -. Un rapporto dove si sottolinea ad esempio che “il tempo dedicato ai bambini nei primi anni di vita e la qualità di questo tempo sono fattori cruciali per spiegarne lo sviluppo cognitivo e comportamentale. I primi anni costituiscono quindi una finestra di opportunità (…) che non avrà poi eguali, in termini di efficacia e durata dell’effetto nel corso successivo della vita, e che quindi non può andare perduta”. E ancora: “Gli investimenti nella salute e nello sviluppo cognitivo, emotivo e sociale, nei primissimi anni di vita, sono quelli che garantiscono infatti il più alto ritorno economico per gli individui e per la società”».