“Sarà ancora possibile dire mamma e papà?”. Questo il provocatorio titolo dell’incontro organizzato ieri da Area Popolare a Verona, nella sua sede. La serata è stata introdotta da Pier Luigi Toffalori, presidente dell’associazione, che ha anche ripercorso brevemente la storia e le numerose iniziative in campo sociale e culturale proposte da Area Popolare negli anni della sua attività.
Appassionata ed estremamente lucida la relazione proposta dall’avvocato Maria Luisa Tezza sul tema della priorità nell’educazione dei figli da parte della famiglia e nel contrasto alla teoria ideologica gender. La relatrice ha inizialmente ripercorso la storia dell’inserimento della teoria gender in alcune istituzioni sovranazionali, a partire dell’Oms, e la ricaduta nelle norme dei singoli Paesi europei, Italia compresa. Ha proseguito evidenziando le sostanziali diversità nell’educazione dei figli fra la morale e l’etica del mondo cattolico e civile, con l’universalmente accettata diversità e complementarietà fra uomo e donna, a cui si contrappone l’identità indifferenziata e la destrutturazione del maschile e del femminile operata dalla teoria ideologica gender.
«Partendo dal presupposto che il maschile e il femminile siano solamente una costruzione sociale e culturale – ha argomentato la relatrice – la teoria gender punta a decostruire questa situazione che considera uno stereotipo, per giungere all’uguaglianza assoluta dei due sessi, alla scelta personale della propria identità sessuale, alla libertà assoluta delle unioni matrimoniali fra persone dello stesso sesso, all’adozione indiscriminata dei minori con l’indottrinamento che un figlio possa avere due padri o due madri, o anche 3 o 4 figure che concorrono alla sua educazione, al superamento della procreazione naturale sostituita dalla cosiddetta fecondazione assistita, fino all’affitto dell’utero di una donna per dare un figlio ad una coppia, magari omosessuale, che figli naturalmente non può avere».
Sergio Ruzzenente, storico fondatore di Area Popolare e candidato alle prossime elezioni per il Consiglio regionale del Veneto, ha assicurato «la massima attenzione a queste problematiche, con una netta e chiara distinzione tra la salvaguardia dei diritti civili di tutte le unioni, comprese quelle di fatto, e la necessità di un supporto costante alla famiglia, intesa come unione fra uomo e donna, e all’educazione dei figli, in cui la famiglia ha la responsabilità primaria e determinate, così come voluto dalla Costituzione italiana».