Parte oggi mercoledì 18 marzo in consiglio regionale il voto sugli emendamenti alla Legge di stabilità e al Bilancio di previsione 2015 che ha iniziato il suo percorso il 10 marzo con la relazione del Presidente della Commissione Bilancio, Costantino Toniolo (Ncd). Nel frattempo, però, politicamente, è successo di tutto con la “cacciata di Tosi dalla Lega Nord e Zaia che non ha più la maggioranza visto che il gruppo Ncd, vicino a Tosi, è stato messo fuori dalla prossima coalizione elettorale su ordine di Salvini, alcuni consiglieri sono usciti dalla Lega Nord per approdare a nuovi gruppi che andranno ad appoggiare Tosi (al momento sono quattro), Forza Italia è spaccata in due gruppi ed uno di questi, vicino a Fitto, potrebbe essere eliminato dalla lista elettorale di Forza Italia e passare anch’esso con Tosi. Una situazione politica che mette rischio l’approvazione stessa del Bilancio. Se questo accadesse la Regione verrebbe bloccata e, fino a giugno incluso saranno pagati solo gli stipendi.
«Non consideriamo questo un bilancio di fine legislatura, ma di transizione, perché abbiamo vissuto e stiamo vivendo una stagione di tagli nazionali con i quali la nuova amministrazione dovrà fare i conti molto duramente, perché Regioni e Comuni stanno subendo un vero e proprio massacro di tagli e tasse – ha detto in aula il presidente Luca Zaia -. Per capirlo basta ricordare che la spesa non vincolata a disposizione della Regione è passata da 575 milioni nel 2010 ai soli 70 milioni di oggi e che in questi 5 anni i tagli hanno colpito settori vitali di una Regione virtuosa come il Veneto: la sanità, il sostegno alle imprese, il turismo, l’ambiente, l’assistenza sociale, le politiche economiche in generale, quelle per l’occupazione e quelle per fronteggiare la situazione di più di 200 mila disoccupati».
«Ciò nonostante – ha tenuto a ricordare Zaia – in questi 5 anni abbiamo voluto dare risposta a 14 mila imprese con interventi per un miliardo e mezzo di euro; abbiamo sopportato i tagli alla sanità solo riorganizzandoci anno dopo anno, senza tagliare un servizio e senza imporre l’addizionale Irpef, abbiamo speso bene 448 milioni di euro di fondi europei ed abbiamo chiuso un nuovo bel programma che porterà altri 600 milioni di investimenti sul lavoro, sulla ricerca, sull’innovazione».
A rispondergli è stato parole il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin: «Il tentativo di Zaia di sviare l’attenzione dalle questioni politiche del momento e di limitarsi a dire che non ci sono risorse e che è colpa di Roma di fronte ai banchi vuoti della sua maggioranza è il segno tangibile che le sue parole in aula sono state il testamento di una giunta discutibile guidata da un’ex maggioranza sempre più a trazione fascioleghista. Di fronte alle evidenti lacune di chi dovrebbe governare e non ne ha la forza il Pd si assume ancora una volta la responsabilità di essere opposizione governante, scegliendo di non affossare la manovra per evitare ai veneti ulteriori problemi rispetto a quelli provocati dall’ignavia della sua classe politica».
«In cinque anni non sono stati fatti piani attesi e necessari come il piano cave, il piano energetico, il piano aria, il piano dei trasporti, il piano territoriale regionale di coordinamento, fondamentale per dettare le linee urbanistiche e di sviluppo, nonché il piano dei rifiuti, la cui assenza è uno dei motivi che potrebbe permettere ai privati che vogliono realizzare una discarica di amianto a Bergantino di portare a termine il loro progetto – ha accusato Azzalin -. Per questa azioni di governo non servivano risorse, ma idee, scelte e coesione politica di cui questa maggioranza è sprovviste».
«Anche da questi segnali il centrodestra veneto a dominio leghista assomiglia sempre più ad un impero in fase di decadenza e sfaldamento. Il vento del cambiamento soffia sempre più forte – ha detto il consigliere regionale e vicepresidente del consiglio regionale, Franco Bonfante – Sarà l’ultimo bilancio di questa legislatura, segnata dall’improduttività della giunta Zaia, dalle sue mille promesse mancate e dal clima di caos politico in cui da tempo naviga il centrodestra e che ora sta toccando il suo apice. Come tutti gli altri bilanci dell’era Zaia, anche questo verrà chiuso con gravissimo ritardo, ponendo ancora una volta il Veneto agli ultimissimi posti tra le Regioni, con tutte le conseguenze pesanti in termini di programmazione. In questa anarchia totale, l’unico punto di riferimento saldo resta l’opposizione del Pd: con le nostre proposte ed emendamenti vogliamo dare a questa Legge di Stabilità quell’indispensabile concretezza ed efficacia che il governo regionale non ha saputo dare al Veneto e al territorio veronese, cosa che le imprese e i cittadini chiedono da troppo tempo».