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6 Dicembre 2023
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Regione, i CinqueStelle accusano: «Patto Zaia-Pd-Tosi sulle poltrone»

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Giro di poltrone di inizio legislatura ieri in consiglio regionale. Maggioranza e opposizione convergono sul leghista Roberto Ciambetti, che diventa il nuovo presidente di Palazzo Ferro Fini. Intesa con Partito Democratico e tosiani anche sulle altre cariche dell’ufficio di presidenza, mentre restano fuori dai giochi i Cinquestelle, che protestano.

Tutto liscio per il governatore Luca Zaia nella prima seduta consiliare del suo secondo mandato, andata in scena venerdì 26 giugno. Un minuto di silenzio in memoria di Egidio Maschio e di tutti gli imprenditori veneti che si sono tolti la vita negli ultimi anni, poi il presidente provvisorio Fabiano Barbisan (il consigliere più anziano) dà il via ai lavori. All’ordine del giorno figuravano le elezioni del nuovo presidente dell’assemblea e degli altri quattro membri dell’Ufficio di Presidenza (due vicepresidenti e due segretari). Il nome proposto dalla maggioranza è stato Roberto Ciambetti, vicentino della Lega Nord, che dopo il voto a scrutinio segreto, è stato eletto senza problemi a capo del consiglio, succedendo così a Clodovaldo Ruffato con 37 preferenze (ne bastavano 34, 2/3 dell’assemblea).

«Il nostro primo pensiero deve andare a chi è senza lavoro, ai giovani, ai nostri imprenditori e commercianti – sono state le parole d’esordio del neo presidente – faremo tutto il possibile per uscire da questa crisi. Siamo uomini a servizio delle istituzioni, ma non dimentichiamoci di stare in mezzo alla gente».

Per permettere l’elezione di Ciambetti è facile notare, numeri alla mano, come parte dell’opposizione abbia fatto da “stampella” alla maggioranza, essendo quest’ultima composta solamente da 29 consiglieri più Zaia (al primo consiglio servivano 34 voti per l’elezione). Frutto di un accordo sulle altre cariche? Una supposizione che diventa realtà pochi minuti più tardi, quando vengono nominati vicepresidenti del consiglio regionale il veronese Massimo Giorgetti (Forza Italia, alla sua quinta legislatura) per la maggioranza e il veneziano Bruno Pigozzo (Partito Democratico) per la minoranza, rispettivamente con 28 e 16 voti. Poi si passa alla nomina dei due segretari dell’Ufficio di Presidenza.

La maggioranza propone il vicentino Antonio Guadagnini (Indipendenza Noi Veneto), la Lista Tosi fa il nome del padovano Maurizio Conte (unico assente in aula), mentre il Movimento Cinque Stelle lancia il capogruppo Jacopo Berti, già candidato a governatore. L’esito della votazione è netto: passano i primi due, rispettivamente con 28 e 17 voti. Fuori dai giochi Berti, che viene votato solo dai suoi (5) e, a lavori finiti, scarica la sua rabbia contro le altre forze politiche.

«I soliti giochi di palazzo – attacca il Cinquestelle – hanno escluso da ogni carica la terza forza uscita dalle urne. Questo significa che qualcuno vuole mantenere lo status quo: noi non ci stiamo e nelle prossime settimane porteremo, idealmente), la dinamite in consiglio regionale». Soddisfatto invece il presidente Zaia: «L’elezione trasversale di Ciambetti è un segnale positivo e di dialogo con l’opposizione – dichiara il governatore, che sulla composizione della giunta non si sbilancia -. I nomi li conosco solo io».

Nomi che verranno resi pubblici lunedì 29 giugno durante il consiglio convocato d’urgenza per le 10,30, in cui verrà presentata la squadra di governo e illustrato il programma della X Legislatura che, assicura Zaia, «ricalcherà per filo e per segno le promesse fatte in campagna elettorale». (Mi.Buo.)

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