Ottime rese e prezzi più che soddisfacenti. I risicoltori veronesi chiudono un’annata ottima sotto tutti i punti di vista, confermando non solo il primato in Veneto come quantità (2.000 ettari seminati contro i 700 di Rovigo), ma portando a casa anche una qualità eccelsa sia del Vialone Nano che del Carnaroli. A sottolinearlo sono le associazioni di categoria Cia-Agricoltori Italiani e Confagricoltura che parlano di «migliore stagione degli ultimi dieci anni».
«L’annata è stata buona, grazie a un andamento climatico stagionale favorevole – sottolinea Flavio Tiziani, produttore di riso e nel direttivo provinciale di Cia-Agricoltori Italiani -. Le colture, anche dal punto di vista fitosanitario, non hanno registrato particolari criticità. Pertanto, nonostante le semine siano state del 25% in meno tra Vialone nano e Carnaroli, la resa è stata migliore di circa due punti rispetto al 2018, vale a dire tra i 58 e i 60 quintali all’ettaro. Anche come prezzi siamo a circa 5 euro in più rispetto allo scorso anno, cioè probabilmente anche tra i 57 e i 58 euro a quintale. Ad avvantaggiarci è anche il difficile andamento di regioni limitrofe, come la Lombardia e il Piemonte, che hanno visto parte delle coltivazioni compromesse dalle piogge di novembre. Noi, fortunatamente, a metà novembre avevamo già concluso la raccolta e perciò non abbiamo riportato danni».
«Il maggio molto piovoso aveva causato un ritardo nelle semine e ci aveva impensierito – dice Romualdo Caifa, presidente dei risicoltori di Confagricoltura Verona -. Poi invece la stagione ha preso una piega positiva. Il riso ha fatto la spiga a fine luglio, in un periodo in cui non c’era eccessivamente caldo, favorendo un raccolto abbondante come produzione, con una resa ottima che è andata dal 55 al 60%. Anche la qualità è stata eccellente, perché il riso non ha presentato macchiature e impurità, risultando molto sano. Un’annata più unica che rara, anche perché l’anno scorso il Vialone Nano valeva da 43 a 48 euro al quintale, mentre ora siamo tra i 53 e i 58. Certo, è solo l’inizio e le quotazioni possono variare, ma come partenza non è niente male. Possiamo dire senza alcun dubbio che perlomeno non abbiamo lavorato sottocosto».
Nel Veronese la produzione di Vialone Nano è attorno all’80-85%, seguita da Carnaroli (10%) e altri risi. “Il Vialone Nano resta il nostro prodotto di nicchia, che si vende soprattutto a livello locale – sottolinea Caifa -, mentre il Carnaroli non è stato finora adeguatamente valorizzato. Ora, con l’aggiunta del termine “classico”, si riuscirà probabilmente a dargli una spinta in più. Per noi è importante tenere sempre in alto la qualità: in Italia come numeri siamo piccoli, ma siamo grandi per il valore che siamo riusciti a dare alla nostra produzione: siamo i primi ad avere avuto l’igp, abbiamo la fiera del riso più grande d’Italia e una strada del riso che tanti altri nemmeno possono permettersi di sognare».
In Veneto, secondo i dati di Veneto Agricoltura, la superficie coltivata a riso nel 2018 è scesa a circa 3.250 ettari (4% rispetto al 2017): il 90% degli investimenti si concentra nelle province di Verona, che si conferma la prima per investimenti a livello regionale (2.200 ettari, -2,7%) e Rovigo (720 ettari, -6,8%).