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3 Ottobre 2023
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Salute, ricerca dell’Università di Verona sul cioccolato per combattere malnutrizione e fragilità negli anziani

Il cioccolato, dolce fra i più amati, ricco di vitamina E e polifenoli, può essere anche di aiuto nel ridurre il rischio di malnutrizione proteico-energetica e di fragilità negli anziani con declino cognitivo?

Questa è la domanda da cui parte un progetto internazionale, denominato “Choko-Age”, che coinvolge l’Università di Verona con il Centro di ricerca “Sport, Montagna e Salute” e la sezione Scienze motorie del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, che cura la ricerca clinica. Al progetto, che vede l’ateneo di Perugia capofila dello studio, partecipano anche gli atenei di Liverpool (Regno Unito), Molde (Novergia), Incliva VLC (Spagna), il Gruppo Perugina-Nestlé e la start up Molecular Horizon.

Per tre anni gli esperti studieranno la relazione tra invecchiamento, declino cognitivo, nutrizione e attività fisica. Il team scaligero è composto dai docenti e ricercatori Massimo Venturelli, Anna Pedrinolla, Roberto Modena, Valentina Cavedon, Chiara Milanese, Nicola Smania, Federico Schena, Cristina Fonte e Valentina Varalta. L’obiettivo è studiare gli aspetti della malnutrizione nella popolazione over 65, con declino cognitivo, che spesso portano a un calo di peso involontario legato alla perdita di massa magra e alla correlata diminuzione della funzionalità muscolare.

Ciò che si sta sperimentando a Verona è verificare gli effetti della malnutrizione sulla massa magra e sulla forza muscolare attraverso un intervento combinato di attività fisica e una supplementazione alimentare di cioccolato. Il trattamento consiste in una attività individualizzata ma svolta in un contesto di gruppo, nella palestra attrezzata di Scienze Motorie, con programmi specifici per sviluppare la massima forza degli arti inferiori e migliorare le capacità aerobiche. A questo si aggiunge l’assunzione quotidiana di una monoporzione di cioccolato, arricchita di polifenoli e vitamina E: due micronutrienti a forte azione antiossidante che, rallentando e prevenendo il fenomeno dell’ossidazione, hanno un effetto benefico nel mantenimento delle fibre muscolari.

«Polifenoli e attività fisica sono noti per abbassare i livelli di cortisolo negli anziani, ma questo effetto è stato maggiormente studiato per le sue implicazioni cliniche-comportamentali, non per i suoi esiti metabolici sul tessuto muscolare e nel processo legato all’invecchiamento – spiega Massimo Venturelli, docente del Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento -. Questi aspetti verranno studiati per la prima volta in soggetti anziani con declino cognitivo, popolazione ad alto rischio di denutrizione e conseguentemente di atrofia muscolare, sarcopenia e fragilità. E per la prima volta si valuterà anche come l’apporto di vitamina E, combinato con l’esercizio fisico, possa prevenire lo stress ossidante a livello mitocondriale».

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