Alla fine la sentenza è arrivata, alle 22 un comunicato di Matteo Salvini ha posto fine ad una giornata convulsa, con annunci e smentite di espulsioni e rappacificazioni tra il sindaco di Verona, Flavio Tosi, ed il leader nazionale del Carroccio, Matteo Salvini.
«Dispiace che da settimane Flavio Tosi abbia scelto di mettere in difficoltà la Lega e il governatore di una delle regioni più efficienti d’Europa. Ho provato mediazioni di ogni tipo, ma purtroppo, ricevendo solo dei no, sono costretto a prendere atto delle decisioni di Tosi e quindi della sua decadenza da militante e da segretario della Liga Veneta – Lega Nord. Se insisterà nel volersi candidare contro Zaia, magari insieme ad Alfano e a Passera, per aiutare la sinistra, penso che ben pochi lo seguiranno».
Ha detto secco Salvini nel suo comunicato, arrivato un’ora e mezza dopo l’intervista rilasciata da Tosi a Lilli Gruber, ad “Otto e mezzo” nel quale rilanciava le sue richieste: lasciare perdere l’ultimatum sulla Fondazione e togliere il commissariamento della Liga Veneta sulle Regionali. Altrimenti la strada sarebbe stata quella delle “dimissioni” e quindi della candidatura alle Regionali contro l’ormai ex-amico leghista Luca Zaia.
Ma che sarebbe finita così, si era capito già alle 15, quando da Roma, dalla Commissione di garanzia presieduta da Umberto Bossi, qualche spiffero aveva lasciato capire che Tosi era già fuori dal partito, essendo scaduto l’ultimatum posto dal Federale lunedì 2 marzo: o con la Lega o nella Fondazione.
E questo, probabilmente l’aveva capito anche Tosi che proprio in quelle ore, a Roma, era a colloquio con Angelino Alfano per stabilire gli accordi sulle Regionali nel Veneto dove, da domani, probabilmente Tosi inizierà la corsa con sue liste (pare tre), l’Ncd e il movimento di Corrado Passera.