L’intelligenza artificiale per guidare in diretta la radioterapia. È la nuova frontiera dalla lotta ai tumori che vede, ancora una volta, l’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar ai vertici italiani ed europei. Questa mattina, infatti, in occasione della tradizionale Festa patronale di San Giovanni Calabria, all’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di Negrar è stato presentato il nuovo acceleratore lineare “Ethos”, un macchinario di radioterapia unico nel suo genere in quanto dotato di un sistema integrato di intelligenza artificiale e da poco presente in Italia solo in un’altra struttura ospedaliera in Sardegna.
«La presenza in Ethos di un sistema integrato di intelligenza artificiale realizza quella che viene definita radioterapia “adaptive”, funzionando come una sorta di navigatore satellitare che supporta l’operatore nel riadattare e correggere in tempo reale la direzione e la concentrazione del fascio di radiazioni ionizzanti in rapporto alla posizione del tumore – spiega il professor Filippo Alongi, direttore del Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata e professore associato all’Università di Brescia -. Il trattamento acquista così una precisione millimetrica di irradiazione sulla neoplasia, salvaguardando al massimo i tessuti sani circostanti».
Un salto di qualità enorme rispetto alla radioterapia convenzionale, la quale si serve di un piano di cura elaborato dal radioterapista oncologo all’inizio del ciclo di trattamento, sulla base dell’immagine statica del tumore, fornita dalla TAC o eventualmente dalla Risonanza Magnetica e dalla PET in quel momento. Piano che si mantiene invariato fino alla conclusione del numero previsto di sedute. Questo determina un gap di precisione nell’irradiazione del tumore, perché la posizione e la grandezza della neoplasia varia da seduta a seduta e anche, nel caso per esempio del distretto toracico e addominale, in corso di trattamento a causa del movimento fisiologico degli organi interni.
«L’intelligenza artificiale di Ethos interviene proprio a colmare questo gap. Isolando l’area da colpire al solo tumore, il trattamento può essere effettuato con alte dosi di radiazioni andando a ridurre così i tempi di esposizione (massimo 10 minuti) e il numero delle sedute, consentendo risparmi notevoli alla sanità pubblica ed agli stessi assistiti. Basti pensare, per esempio, che nel caso di un tumore prostatico prima necessitava di 40 sedute, oggi con quest’attrezzatura ne bastano cinque», spiega ancora il professor Alongi. Una diminuzione del periodo di trattamento che vuol dire meno costi e disagi per l’assistito, basti pensare che oggi più del 35% dei 1.600 pazienti oncologici fino ad oggi seguiti a Negrar proveniente da fuori regione.
«Ma questo vuol anche dire la possibilità di trattare molti più pazienti, dai 30 ai 40 al giorno, contro i 10-12 di prima – riprende Alongi -. La rivoluzione in termini tecnologici di questo acceleratore, poi, è anche rispetto agli altri sistemi ad alta precisione, i quali consentono modifiche di direzione del fascio di radiazioni solo off-line, cioè con il paziente fuori dalla stanza di trattamento, mentre con Ethos il tutto si realizza in tempo reale con il paziente collocato all’interno dell’apparecchiatura».
Ethos si affianca, all’interno del Dipartimento, ad altri due acceleratori lineari Truebeam (uno dei quali acquistato nella primavera scorsa), ma soprattutto a Unity, un macchinario ibrido con a bordo una Risonanza Magnetica ad alto campo.
«Ethos e Unity sono due macchinari diversi, ma complementari – riprende il medico -. Il primo in un certo senso completa il secondo, in quanto risponde alle esigenze di quei pazienti per cui ci sono difficoltà di trattamento con Unity. Per esempio coloro che non riescono a rimanere fermi in posizione di terapia a lungo per effettuare una Risonanza prima del trattamento. Oppure i pazienti portatori di impianti di pacemaker o di defibrillatori o protesi metalliche non compatibili con i campi magnetici della RM. Infine i grandi obesi o anche chi presenta più sedi di malattia in un’area vasta da non entrare nel campo del trattamento guidato da immagini di Risonanza Magnetica. Questa combinazione unica di alte tecnologie offre a noi radioterapisti oncologi l’opportunità di effettuare trattamenti personalizzati in base alle condizioni cliniche di ogni paziente, cosa che la radioterapia convenzionale non sempre permette».
Con Ethos salgono a quattro gli acceleratori lineari di ultima generazione presenti al Sacro Cuore Don Calabria, che si conferma così uno dei Centri più avanzati in Italia per trattamenti radioterapici ad altissima precisione, grazie a un assetto tecnologico unico a livello nazionale e con pochi esempi simili nel mondo.
«L’investimento in innovazione tecnologica è strategico se si vuole mantenere un ospedale all’altezza dei tempi, cioè in grado di offrire le migliori cure ai pazienti -afferma l’amministratore delegato del Sacrop Cuore Don Cabria, Mario Piccinini -. Questo acceleratore lineare è un esempio, ma abbiamo installato anche una nuova Pet in Medicina Nucleare ed è prevista una Risonanza Magnetica ad altissima risoluzione di immagini (3 Tesla) in Radiologia. L’incremento esponenziale della spesa energetica è fonte di grande preoccupazione – ha sottolineato l’Ad – ma le crisi richiedono una visione più ampia di quella contingente, di cui gli investimenti fanno parte».
Nella foto il professor Alongi con la sua équipe davanti al nuovo acceleratore Ethos