Un numero verde per la cura dei tumori. È l’800143143 ed’è stato attivato da questa mattina all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, dedicato alle persone con diagnosi oncologica (o solo con un sospetto) che vogliono intraprendere un percorso di accertamento e di cura nel nosocomio Calabriano.
«Si tratta di un’ulteriore porta che mettiamo a disposizione dei pazienti e dei loro familiari, per una patologia grave come quella oncologica – ha detto il direttore sanitario del Sacro Cuore, Fabrizio Nicolis, durante la presentazione del numero verde -. E sono stati 10.766 i pazienti oncologici che nel 2015 hanno fatto riferimento all’ospedale di Negrar, un migliaio più dell’anno precedente».
Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 al Numero Verde rispondono due tutor (quattro le linee dedicate) che una volta individuato il problema del paziente lo mettono in contatto con l’Oncologia, i Servizi o le Unità operative interessate al tipo di tumore. L’obiettivo è quello prendere in carico il paziente, accompagnandolo passo dopo passo nel suo percorso, e di abbattere i tempi di attesa per gli esami diagnostici e i trattamenti chirurgici e farmacologici.
L’iniziativa è parte di un modello organizzativo multidisciplinare tratto dal mondo anglosassone, il Cancer Care Center, strutturato come una rete trasversale ai Dipartimenti, alle singole Unità operative e ai Servizi coinvolti nell’iter diagnostico-terapeutico del paziente. Ogni paziente viene preso in carico da un team di specialisti che valuta il trattamento personalizzato da intraprendere. «Perché – ha sottolineato ancora il dottor Nicolis – se non tutti i tumori sono uguali, lo stesso vale per i pazienti».
«Questo nuovo servizio dimostra quanto l’ospedale “Sacro Cuore Don Calabria” sia una parte importante del sistema sanitario regionale – ha sottolineato l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, presente oggi al Don Calabria -. Nell’idea del Cancer Care Center c’è anche una grande attenzione all’aspetto umano, che è una “medicina” che si trova solo nelle persone e nelle strutture che fanno buona sanità».