“Sanità regionale, ospedale locale (Magalini)”, questo il titolo dell’incontro, organizzato dal Partito Democratico di Villafranca, tenuto ieri all’auditorium. Oltre a due sindaci del territorio come Graziella Manzato di Sommacampagna, presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 22 e Anna Maria Bigon, sindaco di Povegliano Veronese e candidata di punta del Pd alle prossime regionali, hanno arricchito la discussione l’ex ministro della sanità Mariapia Garavaglia e Claudio Lunardi, professore di immunologia e luminare dell’ospedale di borgo Roma.
Presentata dal consigliere provinciale villafranchese Paolo Martari ha aperto la discussione l’ex ministro Garavaglia: «Ricordiamoci che il sistema sanitario italiano è da sempre, nonostante i problemi, tra i primi posti al mondo per qualità in base graduatorie internazionali. Il sistema sanitario nazionale ha negli anni subito sempre più una regionalizzazione, tanto che oggi abbiamo 21 sistemi sanitari. L’efficienza tuttavia – ha continuato Garavaglia – non si raggiunge difendendo piccole e piccolissime strutture, ma avendo il numero di ospedali che servono e facendoli lavorare in maniera organizzata e a tempo pieno. E salvaguardando i veri poveri e chi è veramente in condizioni di difficoltà: i ticket si tolgono a chi è fragile».
«Le scelte del piano socio sanitario sono state fatte secondo logiche di razionalità? – si è chiesta il sindaco Manzato -. Su Bussolengo abbiamo investito milioni di euro per l’ampliamento e oggi si parla di ridimensionarlo, su Villafranca ancora non ci sono certezze. I sindaci oggi hanno molta più voglia di lavorare insieme, sono temi che riguardano un territorio, non un singolo comune. Vogliamo che la regione ascolti le nostre esigenze».
Ha raccontato in prima persona l’esperienza di chi lavora in sanità il professor Lunardi: «Se io curo un paziente non della mia regione non gli posso prescrivere un farmaco magari sperimentale se è da fuori regione. A Verona siamo con Trento primi per la ricerca secondo le graduatorie, ma ci sono scelte illogiche: a Borgo Trento ci sono 32 sale operatorie, un blocco simile, peraltro non utilizzato pienamente, non esiste neanche in città 4 volte più grandi. Si parla spesso di tagli, ma un conto è tagliare e un conto è razionalizzare».
«La politica in sanità fatta dalla Regione nel nostro territorio è stata sbagliata – ha tagliato corto Anna Maria Bigon, candidato alle regionali per il Pd -. Si sono fatte scelte dettate soprattutto da amicizie e convenienze. Ma le persone devono venire prima. E parlo soprattutto del sociale. Le famiglie devono far fronte alle situazioni di difficoltà con i servizi che gli dobbiamo garantire: parlo di assistenza domiciliare, di fondi per la disabilità, del sostegno ai comuni per gli anziani in casa di riposo. Se i soldi sono pochi è fondamentale spenderli meglio e darci come priorità la qualità di vita».