«Infermieri e personale non medico degli ospedali e cliniche in emergenza Covid sono stati tra i più esposti al rischio contagio, per loro e le loro famiglie, hanno gestito turni e straordinari nonostante i figli a casa per il blocco delle scuole, eppure ora per loro nessun rispetto. Dopo 14 anni, salta ancora il rinnovo contrattuale».
A denunciarlo, ieri, è stata Elisa La Paglia, consigliera comunale di Verona e candidata elezioni regionali Veneto 2020: «Dopo anni di mobilitazioni e trattative il 30 luglio ARIS e AIOP, le associazioni che riuniscono le strutture ospedaliere private, hanno fatto saltare il preaccordo di giugno, un fatto gravissimo e senza precedenti, nonostante l’impegno della conferenza Stato-Regioni e del Ministero della salute a condividere l’onere dei maggiori costi».
Dieci le strutture interessate nella Provincia di Verona, tra le quali l’ospedale Sacro Cuore di Negrar con i suoi 1500 dipendenti non medici, l’ospedale Pederzoli di Peschiera, la San Francesco, e altre realtà. «In Veneto la sanità privata ha a disposizione 2.872 posti letto ed eroga il 19% dei ricoveri, nella sanità il privato genera una doppia concorrenza: è molto generoso, oltre le possibilità del pubblico, con i medici primari che dopo anni nel pubblico portano via con sé pazienti e fama; ed una concorrenza al ribasso sul resto del personale, in particolare rifiutano il rinnovo contrattuale al personale non medico da ben 14 anni – riprende La Paglia -. Da qui la dichiarazione dello stato di agitazione e l’avvio del percorso verso lo sciopero generale. In particolare ci sono strutture nella nostra provincia dove i dipendenti non hanno ancora ricevuto i fondi extra per il Covid, sono tuttora sottorganico e per coprire ora le ferie dei colleghi sono costretti a turni di 12 ore. Il benessere di questi lavoratori e lavoratrici è fondamentale per la salute di tutti noi».