Ieri, lunedì 20 luglio a Villa Ferrari dalle Spade di Tregnago, il Comitato per la difesa dell’ospedale Fracastoro di San Bonifacio è tornato a coinvolgere i cittadini riguardo le dinamiche del nosocomio dell’Est Veronese. La partecipazione del pubblico è stata buona ed attiva. Il primo incontro post lockdown Covid, e soprattutto dopo la manifestazione pubblica di gennaio, ha riacceso la vitalità del Comitato, che ha sottolineato come «la sanità pubblica è stata indispensabile per affrontare l’emergenza Coronavirus e che anzi, se in questi anni non si fossero ridotte le risorse, probabilmente il personale sanitario non avrebbe vissuto momenti di sovraccarico».
Dopo l’introduzione del sindaco di Tregnago, Simone Santellani, la serata è stata condotta dalla presidente del Comitato, Laura Benini, la quale dopo la presentazione delle attività del Comitato alla cittadinanza ha introdotto ospiti di rilievo come il cardiologo Antonio Gallo e il coordinatore del CoVeSaP (Coordinamento veneto sanità pubblica) Maurizio Manno. Il Comitato si prefigge di sviluppare le proprie competenze e la propria autorevolezza informando i cittadini tramite professionisti che lavorano sul campo, ponendosi l’obiettivo di far crescere e aggregare il fronte che lotta per avere una sanità pubblica e vicina ai cittadini.
In particolare il dottor Gallo si è soffermato sui dati della sanità pubblica degli ultimi 20 anni con una disamina puntuale (e con dati ufficiali della Regione) delle criticità che sono nate con l’avvento dell’Azienda Zero: la diminuzione di posti letto, la diminuzione di pazienti dimessi dipesi dall’assegnazione di minori interventi, e per contro l’aumento (inspiegabile) delle liste d’attesa. «Questo fa nascere il dubbio che la gestione delle liste d’attesa non dipenda dal numero di medici e di operatori sanitari ma possa essere una strategia per disincentivare i cittadini a fissare appuntamenti per visite specialistiche nel pubblico e portarli verso i privati», ha sottolineato Gallo.
Il dottor Manno, invece, ha raccontato alcuni aneddoti che hanno portato all’idea di far nascere questo “super” comitato regionale, ed ha mostrato piena soddisfazione del lavoro fatto dagli attivisti in difesa del Fracastoro. «Il tema principale resta quello del trasferimento di posti letto di riabilitazione dal pubblico al privato accreditato e dell’evidente disparità di costi che devono essere assorbiti dal pubblico, mentre il privato gode di bei guadagni ed investimenti perché può scegliere le attività più remunerative. Noi dobbiamo semplicemnte chiedere quello che è un nostro diritto sancito dalla Costituzione», ha indicato Manno, riferendosi all’articolo 32 della nostra carta costituzionale che sancisce la tutela del cittadini tramite la sanità pubblica, ed ha chiuso dicendo: «Tutto è cambiato quando il sistema sanitario è diventato azienda, e ha dato più valore ai profitti che alle persone».
Il Comitato è già proiettato ai prossimi appuntamenti dopo la pausa estiva; a settembre aderirà alla grande manifestazione indetta dal CoVeSaP, alla quale saranno invitati tutti i cittadini, e, presumibilmente, ad inizio ottobre tornerà ad incontrare i cittadini di San Bonifacio con una formula inedita che sta studiando.
«Per noi è indispensabile incontrare e informare le persone, soprattutto quelle che hanno subìto la chiusura del proprio ospedale di riferimento a causa dell’apertura del Fracastoro, che deve essere necessariamente valorizzato», ha concluso la serata la dottoressa Benini.