Operare un sequestro conservativo su tutti i beni immobili che Giovanni Zonin, ex presidente di Banca popolare di Vicenza, detiene in Italia prima che il patrimonio dell’imprenditore evapori. È quanto chiede Federcontribuenti che ieri mattina a Montebello vicentino ha organizzato un pacifico sit in davanti al palazzetto del ‘500 già di proprietà del potentissimo presidente di Bpvi. Secondo i documenti dell’agenzia delle entrate diffusi da Federcontribuenti il palazzetto lo scorso 15 gennaio è passato di mano, da Giovanni Zonin al figlio Michele. Al padre rimane il diritto di abitazione.
«Diritto, sarà una coincidenza, non aggredibile ai fini giudiziari – sottolinea Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti -. Siamo molto preoccupati perchè come Zonin, anche gli altri dirigenti della banca stanno facendo altrettanto, spogliandosi di tutti i beni prima che questi possano essere aggrediti da un eventuale sequestro della magistratura. Crediamo che chi di dovere debba fare in fretta, altrimenti la stalla rimane vuota».
E così nel giorno della Festa della Repubblica gli attivisti di alcuni comitati degli azionisti di Bpvi si sono dati appuntamento sotto il palazzetto di via XXIV maggio.
Secondo un accurato report che Federcontribuenti consegnerà alla Procura della Repubblica di Vicenza la settimana prossima, il palazzetto passato di mano con atto notarile datato 15 gennaio di quest’anno è valutabile in almeno 10 milioni di euro. Un immobile comprensivo di tre abitazioni di cui una da 24 vani ed un garage da 300 metri quadri mentre il corpo principale ha una superficie di 1175 metri quadrati ed un parco di 8000 metri quadri complessivi.
Secondo quando reso noto da Federcontribuenti Giovanni Zonin è ancora proprietario di un palazzetto da 764 metri quadrati in contrà Pozzetto (vista basilica palladiana a Vicenza), due garage in contrà della Piarda (pieno centro storico) ed un bosco ceduo, campetto di poco conto 500 metri quadrati, in zona Colli Berici. Rimangono intestati a Gianni Zonin persona fisica anche un vigneto a Gambellara di 1000 metri quadrati ed a Radda in Chianti un ufficio di 551 metri quadrati.
«Questi sono i cosiddetti beni al sole – spiega Paccagnella – per eventuali fiduciarie e scatole cinesi, credo ci voglia la Guardia di Finanza».