«L’Arena di Verona galleggia su una palude di fango ed è quindi a rischio. Interrogherò il Ministro dei Beni Culturali». «No, l’anfiteatro romano poggia stabilmente su un banco di ghiaia e da 8 anni è monitorato 24 ore su 24 sulla sua staticità».
È già diventato uno scontro aperto quello sulla salute del monumento più importante di Verona ed anche d’Italia e del Mondo. l’Arena romana dove ogni estate si tiene il festival lirico. Lunedì alle 17, nella sede del consiglio provinciale in piazza dei Signori, sotto lo sguardo attento della statua di Dante Alighieri, si terrà un convegno con protagonisti Fabrizio Magani, Soprintendente Archeologico, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, Anna Braioni del Fondo Ambiente Italiano, delegazione di Verona, e l’archeooga Paola Fresco. Un evento organizzato dall’onorevole veronese del Pd, Vincenzo D’Arienzo, che nelle scorse ore sul tema ha lanciato l’allarme. E oggi, nel pomeriggio, è subito arrivata la risposta del sindaco di Verona, Flavio Tosi: «L’Anfiteatro non galleggia su una palude ma è stabilmente poggiato su un banco di ghiaia. Non esiste quindi alcuna situazione di pericolo per la stabilità del monumento che, da anni, è interessato non solo da interventi mirati alla sua conservazione ma anche ad un complessivo risanamento dei sotterranei con la realizzazione di un nuovo sistema di raccolta delle acque di scolo».
«Prendo atto di quanto detto dal sindaco, ma sta di fatto che gli archeologi che due anni fa, in occasione di lavori nei sotterranei Areniani che hanno anche portato alla scopetta di monete romane, permettendo la datazione del monumento, mi hanno riferito di questo problema – ribatte D’Arienzo -. Mi hanno detto chiaramente, e lo ripeteranno lunedì nel convegno che ho voluto organizzare per aprire un dibattito serio sul futuro dell’Arena, che il catino in cui è contenuta l’Arena raccoglie le acque piovane convogliandole alla base del monumento dove nel progetto dei Romani defluivano subito in Adige ma, oggi, a seguito dell’urbanizzazione avvenuta attorno all’Arena, stagnano per giorni trasformando il basamento dell’anfiteatro in una palude».
«L’Arena si trova da duemila anni in quella posizione, stabile su un banco di ghiaia, tanto che il problema di statica relativo agli interrati non sussiste proprio – replica il responsabile per la direzione del settore Edilizia monumentale civile ed impiantistica del Comune di Verona, ingegner Sergio Menon -. I problemi nello smaltimento delle acque legate alla fognatura romanica sono stati risolti con la pulitura degli interrati dell’Arena e il ripristino del sistema di raccolta e di smaltimento delle acque. Da circa otto anni, inoltre, è stato installato un sistema di monitoraggio statico dinamico dell’anfiteatro Arena che consente controllare nelle 24 ore e in continuo per tutto l’anno quelli che sono i movimenti e le deformazioni dell’anfiteatro dati da qualsiasi tipo di evento (sisma, concerti, vento)».
Il confronto tra le due “scuole” è quindi aperto. E nel quale entrerà sicuramente anche il progetto tanto sostenuto quanto avversato della copertura dell’Arena. «Ritengo che davanti alla salute di un patrimonio enorme come l’anfiteatro areniano, che non è solo un bene di Verona ma di tutt’Italia, sia utile tenere sempre alta l’attenzione – conclude D’Arienzo -. Davanti a professionisti che lanciano un allarme come quello di fiumi d’acqua sotto l’Arena e di progetti come la sua copertura, che non servirebbe a niente se fosse vero il problema della raccolta delle acque piovane dall’enorme catino in cui è collocato il monumento, credo sia mio dovere di veronese e onorevole della città sollevare u dibattito serio e lanciare l’allarme attorno a questi temi. Dirò di più: intendo presentare nei prossimi giorni un’interrogazione parlamentare al Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, sul futuro dell’Arena di Verona e sulla sua salvaguardia come monumento di rilevanza nazionale e mondiale».
Massimo Rossignati
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