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29 Settembre 2023
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Sgominata dalla Polizia locale di Verona e dalla Stradale di Vicenza una banda che garantiva in mezza Italia patenti facili a stranieri

Un’indagine articolata e complessa votata alla sicurezza stradale. È quella sviluppata dal Laboratorio Analisi documentale della Polizia Locale di Verona, diretto dal comandante Luigi Altamura, in forte sinergia con la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Vicenza, coordinata dal vice questore Silvia Lugoboni, che ha portato oggi allo smantellamento di un’organizzazione ramificata sul territorio italiano che proponeva di far ottenere, con facilità, la patente di guida a persone straniere che non capivano e spesso non parlavano la lingua italiana: un affare che poteva fruttare, per ogni candidato presentato, dai 2.000 ai 3.000 euro.

La struttura, con al vertice un uomo pakistano, S.N., domiciliato in un paese della provincia di Vicenza, si avvaleva di una folta rete di procacciatori d’affari sparsi nelle regioni del nord Italia, ma con qualche cellula anche nel Lazio, che, girando per le varie comunità pakistane e indiane, si proponevano quali intermediari per l’ottenimento di patenti di guida italiane.

S.N., infatti, offriva un pacchetto completo e allettante: una volta concordato il prezzo, era lui ad occuparsi, unitamente ai più stretti collaboratori, di tutta la parte burocratica: prenotava le visite mediche e portava il candidato presso le scuole guida curando l’iscrizione e concordando la data in cui lo stesso doveva presentarsi per svolgere la prova. La mattina dell’esame S.N. recuperava la persona e gli consegnava una felpa, un giaccone o una camicia contenente una microcamera. Successivamente inseriva un micro-auricolare nell’orecchio e dava le istruzioni sul comportamento da tenere in aula durante l’esame. Unico compito del candidato era di sedersi alla postazione, posizionare il monitor con le domande a favore della microcamera e attendere le risposte.

Dagli atti dell’indagine è risultato addirittura che alcuni candidati siano stati trasportati, per superare la prova d’esame, da Vicenza fino a Roma. Nell’eventualità che il candidato venisse scoperto, sarebbe stato comunque difficile risalire all’organizzazione, in quanto i telefoni utilizzati e posizionati negli indumenti erano governati da remoto e le schede sim utilizzate per le chiamate, intestate al candidato stesso. Nulla poteva portare a S.N. e, se i candidati venivano scoperti, il singolo fatto veniva trattato da solo e difficilmente veniva collegato ad altri episodi.

Tutto funzionava perfettamente fino a quando, a maggio del 2022, gli uomini del Laboratorio Analisi Documentale della Polizia Locale di Verona, durante una sessione d’esame, hanno scoperto un cittadino pakistano che stava utilizzando una microcamera. Un episodio all’apparenza come tanti altri, ma che ha dato il via, grazie al materiale rivenuto, ad un’indagine che ha visto unirsi tanti pezzi fino a quel momento non collegati tra loro e che hanno portato gli uomini di via del Pontiere fino alla città di Vicenza.

Di fondamentale importanza è stato un primo scambio info-operativo avvenuto tra la Polizia Locale veronese e la Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Vicenza, che ha portato a diversi punti in comune su fascicoli trattati dai due organi e che ha permesso di unire ulteriori pezzi di un unico disegno criminoso. Il tutto è stato quindi portato all’attenzione del Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Verona, Gennaro Ottaviano, già titolare delle indagini relative al filone scaligero. Sono cosi iniziate ulteriori indagini durate alcuni mesi nei quali gli agenti hanno pedinato, con controlli appositamente predisposti, tutti i movimenti di S.N. e di altre persone legate all’organizzazione. I pedinamenti, a volte protrattisi fino alla provincia di Sondrio, hanno potuto far accertare come il sodalizio operasse sul territorio e come i candidati venissero preparati ed indottrinati sul comportamento da tenere durante la sessione d’esame. Sono state inoltre identificate le scuole guida in cui il S.N. era uso appoggiarsi per l’iscrizione dei candidati e i luoghi in cui era uso acquistare il materiale elettronico.

Le risultanze delle indagini sono state riportate al sostituto procuratore Ottaviano che ha disposto le perquisizioni di 4 abitazioni nel vicentino, lo scorso ottobre, con l’impiego di 7 pattuglie della Municipale di Verona e della Stradale di Vicenza, durante le quali venivano trovati diversi telefoni cellulari, schede sim card, auricolari, magliette e mascherine FFP2 già predisposte con telecamere e micro fori, router Wi-Fi insieme a tutto il necessario per la fabbricazione ed il montaggio degli apparati elettronici, pratiche di iscrizioni a scuole guida già compilate e pronte ad essere presentate, agende con la rendicontazione dei guadagni ottenuti con l’attività illecita, fototessere, copie di documenti di persone extracomunitarie, certificati anamnestici, una somma pari a 4.750 euro in banconote, nascosti nella camera da letto di S.N., oltre che a documenti falsi già stampati e pronti all’uso.

Tra i documenti sequestrati, oltre a quelli di cittadini pakistani ed indiani, sono stati rinvenuti anche documenti di soggetti asiatici, sintomo quest’ultimo che l’organizzazione si stava aprendo anche a nuovi “clienti”. L’indagine, che ha visto coinvolte le Province di Brescia, Vicenza, Bergamo, Cremona, Sondrio, Udine e Roma, ha portato al deferimento, in varie Procure d’Italia, di 8 persone (1 a Verona, 2 a Vicenza, 2 a Trento, 2 a Bergamo ed 1 a Sondrio). Sono attualmente al vaglio le posizioni di ulteriori circa 40 persone, coinvolte a vario titolo. Per alcune decine di candidati verrà proposto alle Motorizzazioni civili di competenza l’annullamento della patente di guida ottenuta indebitamente.

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