Un piano di investimenti da 500 mila euro per ridisegnare gli spazi, modernizzare ed aprire sempre più al pubblico la storica Cantina del Castello a Soave, Oggi, l’unica realtà vitivinicola rimasta con la sede e la cantina di produzione all’interno delle mura di Soave.
È il progetto presentato ieri dall’amministratore unico di Cantina del Castello, Marco Carlesso, che ha accompagnato in una prima visita agli spazi già rinnovati, in pieno lockdown. «Siamo partiti con un progetto a step, iniziando dalla parte più aperta la pubblico, e cioè ingresso, wine shop, stanza degustazione, uffici, storica cantina a volto, zona imbottigliamento – spiega Carlesso, che è figlio di Attilio, il commercialista che è stato per anni presidente della Cantina di Soave -. Poi, in questi giorni, abbiamo presentato in Comune il progetto per il secondo intervento, che riguarderà il palazzo di Corte Pittora ed in particolare una seconda cantina storica a volto, gemella di quella appena restaurata, che permetterebbe di ampliare la nostra attività».
La cantina si trova all’interno di uno dei palazzi più antichi del borgo medioevale di Soave, risalente al XIII secolo e chiamata così perché un tunnel che parte proprio dalla cantina a volto, di cui alcune parti ancora esistenti, collegherebbe il centro del borgo con il soprastante castello.
«Il nostro obiettivo è aprire sempre di più questi fantastici spazi al pubblico per poter così far conoscere al meglio la nostra produzione – riprende Carlesso -. Per questo, da oggi siamo disponibili per organizzare degustazioni dei nostri vini, ma anche accogliere eventi, matrimoni, incontri aziendali».
Cantina del Castello è una srl fondata ancora 60 anni fa da alcune famiglie di Soave che ne rimangono i soci proprietari. Dispone di 12 ettari di vigneti nell’area del Soave e di una appezzamento in affitto nella Valpolicella storica. Produce circa 80 mila bottiglie l’anno con un fatturato di 350 mila euro.
Un rinnovamento che ha visto anche il restyling ci sono le etichette, con il nuovo logo aziendale che sottolinea il legame con la città, a partire dallo stemma dell’antica famiglia dei conti Sanbonifacio e dalle mura stilizzate del castello di Soave che si possono toccare con mano grazie al design in rilievo.
I colori delle etichette sono personalizzati a seconda del vino che rappresentano: l’oro per il Castello Soave Classico ad evocare per tradizione l’assonanza tra il colore di questo vino e quello del metallo prezioso; il blu del Pressoni Soave Classico, cru d’eccellenza, richiama l’eleganza e la freschezza delle note minerali e sapide; l’arancione per il Recioto Corte Pittora si ispira alle note calde e mielate del processo di appassimento e vinificazione del passito della tradizione di Soave; le etichette dei vini rossi conservano l’immagine della pergamena in chiave minimale, arricchita da un “effetto cera” a richiamare l’antica tradizione di sigillatura delle pergamene.
«Abbiamo voluto portare a termine il primo step partendo proprio in pieno lockdown per dare un segnale al territorio – conclude Carlesso -. E intendiamo continuare ad investire qui, a Soave».