«Usare soldi pubblici per fini politici potrebbe essere un reato». A dirlo è Paolo Paternoster, segretario provinciale della Lega Nord ed ex presidente di Agsm.
«Il sottoscritto in cinque anni in cui è stato presidente di Agsm Verona spa personalmente non ha mai organizzato sondaggi sul gradimento di Agsm da parte dei propri clienti. Comunque essendo Agsm un gruppo industriale che fattura circa un miliardo di euro ogni anno potrebbe anche essere opportuno ascoltare la propria clientela su eventuali criticità dei servizi resi. Ma c’è qualcosa che non si capisce, qualcosa che non è assolutamente chiaro. Cosa c’entra mescolare le domande sul gradimento dei servizi Agsm con domande sul gradimento del sindaco di Verona nonché leader del suo partito “Fare”? – si chiede Paternoster, -. Nell’immediato, verrebbe da pensare che la domanda sul gradimento dell’attuale sindaco non c’entra proprio nulla con Agsm, se non che il sondaggio è stato organizzato dall’attuale presidente di Agsm che è anche presidente del partito “Fare” di Flavio Tosi: una fatalità? E non convincono nemmeno le motivazioni del direttore dell’agenzia di sondaggi».
«Agsm come altre multiutility vende energia e gas in tutta Italia: vogliamo pensare che questa azienda di sondaggi chiede il gradimento di Agsm ad un cittadino di Napoli e contestualmente gli chiede anche il gradimento del sindaco della sua città? – continua Paternoster -. Per non parlare del fatto che quasi tutte le multiutility hanno come soci pubblici Comuni di città diverse. Quindi le giustificazioni dell’agenzia di sondaggio per quanto mi riguarda non hanno alcun fondamento logico. Vorrei fare io un sondaggio, in questo caso a costo zero e non pagato da Agsm, per capire cosa ne pensano i cittadini veronesi di questa triste vicenda ricordando che l’uso di soldi pubblici per fini politici potrebbe essere reato».