Tra il 2005 e il 2015, oltre 10.000 medici e 8.000 infermieri hanno lasciato l’Italia, dirigendosi soprattutto verso il Regno Unito (33%) e la Svizzera (26%). La carenza di personale e le dimensioni dei flussi migratori variano notevolmente tra regioni, con il Veneto che risulta essere tra le più colpite.
A dirlo è la ricerca “Le motivazioni e le conseguenze della mancanza di personale medico in Italia” con cui la veronese Paola Bertoli è risultata tra i vincitori del bando 2018 del Programma Rita Levi Montalcini, promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca per consentire a giovani ricercatori che lavorano all’estero di svolgere la loro attività di ricerca in una delle università statali italiane. E Bertoli ha scelto quella di Verona dove si è laureata nel 2014. Quindi ha conseguito il dottorato di ricerca nell’ambito di un programma di dottorato congiunto tra l’università di Bologna, l’Erasmus University Rotterdam e l’università di Amburgo.
«Il progetto “Le motivazioni e le conseguenze della mancanza di personale medico in Italia” vuole studiare la distribuzione del personale medico e i relativi flussi migratori nel contesto italiano. L’Italia si presta particolarmente bene a questa ricerca considerato che la mancanza di medici ed infermieri è da lungo tempo centro di un dibattito pubblico ed è ancor più di attualità in questi mesi con l’emergenza Covid», conclude la professoressa Bertoli che ieri, martedì 27 ottobre, ha ricevuto i complimento del magnifico rettore Pier Francesco Nocini.
Tra il 2005 e il 2015, oltre 10.000 medici e 8.000 infermieri hanno lasciato l’Italia, dirigendosi soprattutto verso il Regno Unito (33%) e la Svizzera (26%). La carenza di personale e le dimensioni dei flussi migratori variano notevolmente tra regioni, con il Veneto che risulta essere tra le più colpite.
A dirlo è la ricerca “Le motivazioni e le conseguenze della mancanza di personale medico in Italia” con cui la veronese Paola Bertoli è risultata tra i vincitori del bando 2018 del Programma Rita Levi Montalcini, promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca per consentire a giovani ricercatori che lavorano all’estero di svolgere la loro attività di ricerca in una delle università statali italiane. E Bertoli ha scelto quella di Verona dove si è laureata nel 2014. Quindi ha conseguito il dottorato di ricerca nell’ambito di un programma di dottorato congiunto tra l’università di Bologna, l’Erasmus University Rotterdam e l’università di Amburgo.
«Il progetto “Le motivazioni e le conseguenze della mancanza di personale medico in Italia” vuole studiare la distribuzione del personale medico e i relativi flussi migratori nel contesto italiano. L’Italia si presta particolarmente bene a questa ricerca considerato che la mancanza di medici ed infermieri è da lungo tempo centro di un dibattito pubblico ed è ancor più di attualità in questi mesi con l’emergenza Covid», conclude la professoressa Bertoli che ieri, martedì 27 ottobre, ha ricevuto i complimento del magnifico rettore Pier Francesco Nocini.