Tav Verona-Brescia? I cittadini del Comitato del No ed il Movimento 5 Stelle della provincia di Verona dicono “no grazie” e promettono battaglia. Lo hanno detto chiaramente oggi nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta alla Biblioteca Comunale di Peschiera del Garda, luogo chiave degli annunciati lavori che dovrebbero iniziare nel giro di poche settimane. A prendere la parola, i consiglieri comunali delle province di Brescia e Verona, Francesca Businarolo, deputata del M5S e Manuel Brusco, consigliere regionale.
«La linea del Movimento 5 Stelle – ha detto Businarolo – rimane quella di sempre: il Tav non ci piace, perché è oltremodo costoso e non risolve i problemi dei pendolari. Non ci sono nemmeno i benefici: la linea per le merci, non è satura, a differenza di quanto ipotizzato nel 2001. Peschiera e il basso Garda, in questi giorni, sono spesso tirati in ballo: c’è chi dice che qui si farà una fermata dell’alta velocità. È una ridicola presa in giro: o parliamo di alta velocità “vera”, quindi di treni che hanno bisogno di percorrere almeno cento chilometri tra una stazione e l’altra, oppure è una farsa che prevede la realizzazione di un’infrastruttura costosissima, almeno due miliardi e mezzo solo per la Brescia – Verona, per non avere differenze di rilievo rispetto a una normale “Freccia”. La stazione a Desenzano c’è già dal 1859, e va ammodernata: i turisti non devono spostarsi ai cinquecento chilometri orari. Infine, c’è da avere più di un dubbio rispetto alle dichiarazioni di quanti prevedono lavori lampo: solo per la pubblicazione della delibera del Cipe, senza la quale non può iniziare l’opera potrebbero volerci dei mesi».
«Ci sono molti motivi per nutrire perplessità sull’approvazione arrivata dal Cipe – ha affermato Brusco – a cominciare dalle gravi lacune evidenziate anche dal Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, che in ben due occasioni si è soffermata sulla mancata applicazione delle norme tecniche che definiscono la nuova classificazione sismica del territorio nazionale, dichiarando che il progetto definitivo deve essere pertanto rivisto, modificato e integrato o almeno adeguato nel rispetto della normativa. C’è poi da mettere in conto il grave impatto ambientale nell’anfiteatro morenico del Garda. Il tutto ad un costo esoso: 90 milioni di euro a chilometro. Non è un caso che proprio in questi giorni, il presidente francese Macron abbia annunciato il congelamento dei cantieri per rivedere un’opera considerata poco conveniente».