Da Terrazzo arriva un no secco alla diga che la società “Lagarina Hydro” di Limena (Padova) vorrebbe costruire sull’Adige in località Rosta, al confine con Castelbaldo, allo scopo di produrre energia idroelettrica. Un progetto che provocherebbe un salto d’acqua di 5 metri, già pubblicato sul Bollettino Ufficiale Regionale ma venuto alla luce solo a fine maggio, creando scompiglio in molti Comuni, dal Basso Veronese fino alla foce dell’Adige. E nella conferenza indetta questa mattina in sala civica a Terrazzo, alla quale hanno partecipato, oltre al primo cittadino Simone Zamboni, anche i presidenti delle province di Verona e Rovigo, Antonio Pastorello e Marco Trombini, e i rappresentanti dei Consorzi di Bonifica, il messaggio è stato chiaro: l’opera non s’ha da fare.
Una frase ribadita anche dai neoconsiglieri regionali del Movimento CinqueStelle, Manuel Brusco e Patrizia Bartelle, presenti in sala, e dai promotori del Comitato #NoDiga. «Siamo seriamente preoccupati – racconta Zamboni – il salto d’acqua potrebbe portare dei benefici alle nostre coltivazioni, ma metterebbe in serio pericolo la tenuta degli argini. È un rischio che non intendo far correre alla mia cittadinanza, dopo le esondazioni degli ultimi anni».
Un rischio confermato anche dall’ingegner Umberto Anti, responsabile del Genio Civile, al quale si aggiungerebbe l’accumulo, provocato dallo sbarramento, di sostanze argillose destinate a coagulare e cementificare. «Quello della diga è stato un iter sbagliatissimo, all’oscuro di tutti – accusa Denis Sambinello del Comitato #NoDiga – da qui in avanti cercheremo di fare informazione e ci batteremo per l’introduzione di una norma regionale che obblighi a coinvolgere la cittadinanza nelle opere che provocano un grande impatto ambientale».
Il Movimento Cinque Stelle prende la palla al balzo e rilancia. «No assoluto ad un progetto che prevede l’utilizzo dell’acqua come mero strumento di speculazione – afferma il consigliere regionale Brusco – proporremo in consiglio di allargare l’area di protezione Sic dalla fonte alla foce dell’Adige, per salvaguardare ambiente, turismo e settore primario».
Dopo le osservazioni al progetto presentate settimana scorsa da amministratori ed enti locali, ora la palla passa alla “Lagarina Hydro” che potrà fare ricorso. Ma l’opera, come ha fatto intendere l’ingegner Anti, difficilmente supererà la successiva relazione istruttoria del Genio civile. (Mi.Buo.)