«I costi del Trasporto pubblico locale, a causa degli aumenti delle materie prime, sono cresciuti del 100%. Senza interventi di sostegno da parte di Governo e Regione le aziende rischiano il fallimento».
A lanciare l’allarme è la Cgil di Verona, per bocca di Silvano Danieli, responsabile settore trasporti della Segreteria della Filt Cgil scarligera -. A quasi tre anni di distanza dalla prima ondata di pandemia da Covid-19 il trasporto pubblico locale (Tpl) vive oggi una fase di profonde contraddizioni, unitamente ad una crisi di settore dovuta, da un lato alla cronica carenza di fondi strutturali, che non sono mai stati adeguati alle reali esigenze, dall’altro alla profonda necessità di rimodernamento del parco mezzi in una logica di mobilità sostenibile e non più rinviabile, visto che le nostre città sono sempre più inquinate anche per il costante aumento del traffico», spiega Danieli.
«I costi di esercizio sono aumentati moltissimo, in quanto dipendono per la maggior parte dall’utilizzo dei carburanti fossili che a causa della guerra in Ucraina sono aumentati di oltre il 100%, inoltre non si è ancora recuperata pienamente l’utenza pre-Covid determinando minori introiti dalla vendita di titoli di viaggio. Il servizio di trasporto pubblico si regge su un 65% di fondi pubblici e su un 35% di introiti tariffari. Ovvio che se i fondi pubblici in 20 anni sono stati tagliati, i corrispettivi chilometrici sono fermi al 2012, come pure le tariffe dei titoli di viaggio, almeno a Verona, e l’utenza è diminuita. Quindi, l’equilibrio diventa fortemente instabile – chiarisce il sindacalista -. Il quadro è dunque paradossale: a fronte di una sempre maggiore e crescente domanda di trasporto pubblico locale nelle nostre città, unita anche al ripristino del pieno regime di sevizio dopo la crisi pandemica legata al Covid, le aziende del Tpl si trovano a fronteggiare seri rischi di tenuta economico-finanziaria. Se non si interviene prontamente, le aziende del trasporto pubblico locale si potranno ben presto trovare a dover fronteggiare potenziali rischi di default finanziario con pesanti ripercussioni sull’occupazione del settore che conta circa 115 mila addetti su base nazionale, di cui circa 1000 solo a Verona e provincia – avverte il sindacalista -. Per non dire delle altrettante potenzialmente gravi ripercussioni sulla tenuta del servizio, e non da ultimo sulla qualità dell’aria e della salute stessa dei cittadini, soprattutto in zone come la Pianura Padana, notoriamente più soggetta a fenomeni di concentramento dell’inquinamento da polveri sottili».
«A questo si aggiunge una problematica emersa prepotentemente con la pandemia: l’estrema difficoltà di reperire autisti di autobus con conseguenze sulla regolarità e qualità del servizio e con il ricorso massivo allo straordinario. Nella nostra azienda, Atv Verona, non è raro avere in servizio lavoratori per 14 ore consecutive. Noi della Filt Cgil stiamo monitorando da tempo questo fenomeno anche perché un autista che sta guidando un autobus nel caos cittadino da 12 o 13 ore, come può garantire la giusta attenzione? Di fronte a questo momento di profonda criticità è necessario procedere al più presto con interventi strutturali, da parte delle istituzioni a partire dal Governo che dovrebbe indicizzare i contributi ai costi reali, ma anche da parte della Regione Veneto che a differenza di altre come Lombardia e Lazio, non ha mai messo un euro sul Trasporto pubblico locale. In questi anni a Verona c’è stato un continuo rimpallo di responsabilità da parte degli attori istituzionali, gara, non gara, filobus non filobus, ora ancora filobus, emergenza pandemica e in mezzo a tutti questi problemi il servizio di tpl A Verona viene affidato di anno in anno non permettendo al gestore una visione lungimirante ed impedendo cosi anche trattative sindacali a favore dei salari – conclude Danieli -. Ora non c’è più tempo. Il settore del trasporto pubblico locale ha necessità di interventi urgenti e strutturali. Ha necessità di riacquisire piena dignità e di ridiventare una risorsa strategica per la qualità della vita stessa dei nostri territori e delle nostre città, sia per il servizio che rappresenta alla cittadinanza sia in una logica di mobilità sostenibile e di minore inquinamento».