«In occasione delle elezioni politiche del 2013 – spiega il consigliere regionale Stefano Valdegamberi – esposi due manifesti riportanti il mio nome e la mia faccia all’interno della vetrina di un negozio in centro a Verona, in un’area privata a circa 10 metri dalla strada pubblica. I solerti vigili applicarono una contravvenzione. A nulla valse il ricorso al Prefetto che, a differenza di altri simili situazioni, rigettò l’istanza senza comunicare alcuna risposta al ricorrente che un anno dopo si vide recapitare 130,20 euro di sanzione iscritta al ruolo di Equitalia per i soli 2 manifesti su proprietà privata, all’interno di un cortile».
«Oggi, vedo diverse vetrine – prosegue il consigliere – con manifesti esposti e non solo due. Non ho letto nel codice che il fatto di non chiamarsi “Valdegamberi” a Verona costituisca una deroga alla legge. Non vorrei che, come accade per il passato, non siano solo alcuni a dover pagare le multe e che legalità, tanto sbandierata in questa nostra città, valga veramente per tutti. Avviso preventivamente chi ha il compito di vigilare perché, visto l’esperienza pregressa, la legge valga per tutti, anche da chi ne fa una bandiera elettorale».