«La risposta data dall’amministrazione Sboarina a fronte della tranvata ricevuta con gli arresti avvenuti nell’ambito dell’inchiesta Ndrangheta “Isola scaligera”, che ha decapitato i vertici dirigenziali di Amia, si evidenzia ancora una volta per vacuità, debolezza e inconsistenza. Insomma, si direbbe a Verona “Pezo ed tacon del buso”».
A dirlo oggi, dopo le nomine avvenute ieri, è Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune a Palazzo Barbieri. «Con tutto il rispetto per i dirigenti che sono stati chiamati a spartirsi le responsabilità dell’ex dg Ennio Cozzolotto, il primo, Gruberio è il simbolo della pratica non proprio ortodossa ma imperante in Amia di coltivare una carriera politica a fianco della carriera professionale. Testi viene invece richiamato dall’Albania, dove è scoppiata una tempesta forse anche peggiore di quella veronese, e non è chiaro che tipo di risultati si porti a casa – dice Bertucco -. Tale riorganizzazione non va dunque nel senso di marcare una discontinuità rispetto al solito lento incedere del Carrozzone-Amia. Anche la pretesa del vicepresidente Amia Alberto Padovani di chiudere in fretta la cessione delle quote di Eco Tirana, fa sbellicare dalle risate. L’amministrazione ha avuto tre anni di tempo per liberarsi di quelle quote, ma la verità è che non ha mai voluto farlo. Si svegliano solo adesso, alla luce degli arresti e del pandemonio scoppiato in Albania».