Il trattamento personalizzato del tumore del retto con l’obiettivo di preservare la qualità di vita del paziente e aumentarne la sopravvivenza. Questo il tema al centro del congresso che si terrà domani, venerdì 16 novembre, nella sala conferenze della Fondazione Cariverona (via Garibaldi, 2) a Verona. Organizzato dal dottor Giacomo Ruffo, direttore della Chirurgia generale dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, il meeting scientifico, giunto alla terza edizione, vedrà la presenza dei maggiori specialisti italiani (endoscopisti, chirurghi, oncologi e radioterapisti) e personalità di rilievo internazionale che si occupano di una delle neoplasie più diffuse nei Paesi Occidentali.
Su un totale complessivo di 373 mila nuove diagnosi di tumore attese per il 2018 in Italia (dati AIOM-AIURTUM), sono oltre 15 mila quelle che riguardano il tumore del retto, 1.200 nel Veneto e, secondo stime, circa 200 nella provincia di Verona. La sopravvivenza media a cinque anni è del 62%. La chirurgia è la principale opzione terapeutica con intento curativo, ma è ancora temuta da parte dei pazienti, perché fino a pochi anni fa comportava un alto rischio di stomia permanente e disfunzioni a livello sessuale e urinario.
«Oggi non è più così – rassicura il dottor Ruffo –. Questo perché siamo in grado di personalizzare il trattamento per ogni paziente in base all’età, al sesso, oltre alla grandezza, alla posizione e all’assetto genetico della forma tumorale. Una neoplasia di piccole dimensioni, per esempio, può essere asportata anche per via endoscopica. Quando invece è indicata la chirurgia, le procedure mini-invasive ad alta tecnologia (laparoscopica o robotica) consentono un gesto chirurgico preciso tale da estirpare il tumore, ridurre il rischio di recidiva, ma nello stesso tempo di preservare la qualità di vita del paziente. Attualmente – precisa il chirurgo – la percentuale di stomie permanenti e provvisorie nel Centro di Negrar è, rispettivamente, del 2% e del 20%, in linea con gli altri centri qualificati».