Domani, venerdì 1° luglio dalle 18 al Parco Ottocento al Chievo, a Verona, appuntamento con la “Pastasciutta antifascista” in ricordo dei fratelli Cervi, organizzata dall’Anpi e dalla Cgil.
Per celebrare la destituzione e l’arresto di Mussolini, il 25 Luglio 1943, i sette fratelli Cervi, cresciuti in una famiglia contadina dalle solide radici antifasciste, organizzarono a Campegine, in provincia di Reggio Emilia, una grande festa di paese a base di pastasciutta prendendo a credito burro e formaggio e procurandosi la farina necessaria per festeggiare quella che sembrava la fine del fascismo. Per questo, i sette fratelli Cervi, vicini alla Resistenza e che nella loro casa nascosero molti prigionieri di guerra in fuga, ebrei, partigiani, pagarono un prezzo altissimo: catturati dai nazifascisti, furono torturati e poi fucilati il 28 dicembre 1943 nel poligono di tiro di Reggio Emilia.
Le pastasciutte antifasciste dell’Anpi e della Cgil nascono da questo episodio, il ricordo di uno dei primi momenti di pace e allegria dopo 21 anni di dittatura, vissuto dai protagonisti di allora con serenità e convinzione sebbene fosse chiaro a tutti che la guerra e le atrocità fossero ben lontane dalla conclusione.
L’edizione 2022 della manifestazione si terrà al Parco Ottocento vedrà la presenza del segretario generale dello Spi Cgil di Verona, Adriano Filice, ceh coordinerà il confronto tra Andrea Catagna, presidente dell’Anpi Verona, e il professor Alberto Grandi, storico dell’Università di Parma, il quale tra le altre cose svelerà alcuni “altarini” del piatto più noto della cucina italiana, sostanzialmente inviso ai gerarchi fascisti, la cui preparazione è stata influenzata dalle migrazioni molto più di quanto siamo disposti ad ammettere. Introduce Francesca Tornieri, segreteria generale confederale Cgil Verona.
Dopo il dibattito, il programma della serata prevede aperitivo e distribuzione della pastasciutta antifascista.