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8 Dicembre 2023
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Verona, domani la presentazione del libro “Un carcere, un assalto” dedicato all’assalto partigiano agli Scalvi

«Un carcere, un assalto. Repressione fascista, gappismo e Resistenza a Verona» è il titolo del volume a cura del professore Federico Melotto, direttore dell’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, e del ricercatore Andrea Martini, che mette un punto fermo sull’Assalto agli Scalzi del 17 luglio 1944. Il più importante ed eroico atto di Resistenza partigiana avenuto a Verona.

Il volume sarà presentato domani, mercoledì 19 febbraio, alle 17.30 alla Società Letteraria, in piazzetta Scalette Rubiani. Con i curatori saranno presenti la presidente della Letteraria, Daniela Brunelli, e Massimo Meliconi, vicepresidente dell’Associazione nazionale perseguitati politici. Introdurrà il tema Stefano Biguzzi, presidente dell’Istituto, cui seguiranno gli interventi di Dianella Gagliani, dell’università di Bologna, e di Cecilia Palombelli, direttrice editoriale di Viella, casa editrice che l’ha pubblicato.

L’assalto avvenne venerdì 17 luglio 1944, alle 18,30, con il preciso scopo di liberare il sindacalista antifascista comunista Giovanni Roveda, da 18 anni sottoposto dai fascisti a confino e a carcere, che poi divenne il primo sindaco di Torino. Ad attuarlo il Gruppo di azione patriottica formato da Emilio Moretto «Bernardino», 28 anni, Berto Zampieri, 34 anni, Lorenzo Fava, 25 anni, Danilo Preto, 21 anni, e Vittorio Ugolini, 23 anni, col partigiano milanese Aldo Petacchi, 28 anni, inviato dalla direzione del Pci per l’azione.

Un vero blitz nel carcere degli Scalzi, durato solo cinque minuti, con sparatoria e fuga in auto. L’operazione costò la vita a Preto e Fava, rimasti nell’auto feriti: l’uno portato esanime in ospedale, l’altro torturato e poi fucilato a forte Procolo (entrambi medaglie d’oro della Resistenza di Verona). Nei giorni seguenti Roveda fu nascosto con il concorso di tanti veronesi che gli diedero rifugio e lo spostarono da un luogo all’altro fino a garantirgli salva la vita nella sua Torino.

Il volume ricostruisce l’intera vicenda, minuto per minuto, grazie agli apporti del professor Maurizio Zangarini ed alle ricerche di Olinto Domenichini e Roberto Bonente, entrambi ricercatori dell’Istituto. Inoltre, per la prima volta è stata analizzata tutta la corrispondenza dei detenuti nelle carceri. Calano il tema nel contesto nazionale i testi di Franzinelli, di Santo Peli che rilegge l’azione veronese nel panorama italiano, e di Nicolò Da Lio che si occupa del sistema carcerario. Il lavoro si completa con la storia dei luoghi: Valeria Rainoldi ha ricostruito dal punto di vista artistico e architettonico la storia dell’edificio degli Scalzi oggi nell’omonima via che è stato però demolito negli anni Novanta e ricostruito falsandone la struttura e quasi cancellandone la memoria.

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