
Giovedì 5 settembre, alle 18 alla Libreria Feltrinelli di via Quattro Spade (angolo via Mazzini) a Verona, Gaia Guarienti presenterà il nuovo libro del poeta e saggista veronese Lorenzo Gobbi dal titolo “Emily Dickinson: La più piccola ero io, Un racconto e 11 lieder: tra musica, poesia e teatro” da poco pubblicato dalle edizioni Castelvecchi. Nel corso della presentazione alla presenza dell’autore, la lettrice Sandra Ceriani leggerà alcuni brani del monologo, che saranno seguiti dall’ascolto delle poesie musicate e cantate; interverranno anche i compositori Diego e Fabio Gordi, autori delle musiche contenute nel Cd allegato al volume.
Gobbi aveva già dedicato un romanzo a Emily Dickinson (“Emily e il vento”, Castelvecchi 2016), la poetessa americana che visse ritirata nella propria stanza e le cui poesie furono pubblicate postume. “La più piccola ero io” è un lungo racconto nel quale Emily Dickinson prende la parola per rievocare la propria infanzia, il proprio rapporto con gli adulti e con il loro mondo spaventoso per una bambina come lei, il proprio desiderio di sparire, di non esserci più. La poetessa racconta anche il rapporto con le sue poesie, che lei chiama (nell’immaginazione di Gobbi) «le mie sorelline di luce»: l’unica consolazione, la sola compagnia autentica, nascosta e sconosciuta al mondo.
Gobbi si immedesima in Emily Dickinson e dialoga così con le sue poesie: si innesta qui la collaborazione dei due compositori bresciani, i fratelli Diego e Fabio Gordi, che hanno messo in musica le 11 poesie che interrompono il monologo immaginario della Dickinson. Nel Cd allegato al libro, infatti, gli 11 lieder (canzoni) sono eseguiti dagli stessi compositori al pianoforte, con la voce del mezzosoprano Laura Capretti, il violoncello di Nadia Fracchiolla e il Coro “Nuova Armonia” di Chiari: musiche colte e raffinate ma chiare e comprensibili, cucite sulle traduzione metrica di Gobbi, pensata proprio per la musica. Il monologo e le canzoni, in perfetto equilibrio, riescono a disegnare un itinerario di grande fascino nell’opera e nel pensiero della poetessa americana, e si prestano benissimo alla rappresentazione teatrale.