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27 Marzo 2023
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Verona, i sindacati: «Alla Fondazione Arena si usa il Decreto emergenziale che apre alla cassintegrazione per fare cassa e in modo inopportuno»

«Denunciamo come i lavoratori della Fondazione Arena di Verona siano usati per “far cassa” da parte della “squadra” dirigenziale che ha comunicato l’intenzione di ricorrere agli ammortizzatori sociali previsti dal Decreto Legge del 17 marzo sull’emergenza Coronavirus».

A sottolinearlo oggi la segreteria provinciale della Fials/Cisal di Verona che interviene su questa vertenza: «Il Bilancio della Fondazione, oggi, non ha sofferenze particolari tali da giustificare il blocco degli stipendi e conseguente Cassa integrazione. Essendo l’attività dei lavoratori attualmente vietata per legge, va recepito quanto il Ministero dei beni culturali ha esaustivamente indicato ai Teatri, disponendo l’obbligo di attuazione di tutte le leve contrattuali che la Fondazione deve attentamente vagliare prima di ricorrere alla Cassa Integrazione. Non risultando esperiti questi obblighi ministeriali la Fials chiede di corrispondere gli stipendi interamente», dicono i sindacati.

«Nelle consultazioni sindacali intercorse, la direzione mai ha sollevato problemi economici, di liquidità, a fugare dubbi di un indebito sfruttamento di fondi pubblici – riprendono i sindacati -. Per le succitate argomentazioni Fials, in applicazione degli obblighi di trasparenza sanciti dalle leggi, ha ufficialmente richiesto i dati economici riferiti al periodo di chiusura del Teatro quali le perdite per i mancati incassi, le entrate del Fondo Unico Spettacolo, i risparmi per mancate uscite: tutto ciò finalizzato a dimostrarci quella sofferenza economica che, anche da un punto di vista etico, confermi la richiesta degli ammortizzatori sociali, come il Fis».

«Denunciamo inoltre la gestione sulla sicurezza in tema di tutela della salute, palesata ad esempio confermando in queste settimane al lavoro dipendenti senza attività inderogabile, negando il lavoro agile, a dispetto di sbandierati proclami solidali. L’attività sospesa, con lavoratori stabili dapprima in ferie e poi in cassa integrazione, urta con le conferme al lavoro di personale esterno, collaboratori, dirigenti, consulenti a vario titolo. Nessuna informativa sulla gestione armonizzata al FIS delle risorse interinali», chiarisce il sindacato.

«L’opportunità dell’utilizzo del Decreto Legge del 17 marzo, prevista per supportare realtà lavorative in difficoltà e a rischio chiusura a causa dell’emergenza sanitaria, è stata colta dalla direzione, sostenuta dal presidente-Sindaco, nonostante le recenti dichiarazioni al Ministero e alla stampa di un bilancio con milioni di utile – conclude la segreteria provinciale della Fials/Cisal di Verona -. Per quanto argomentato emerge impropria e ingiustificata la scelta unilaterale della Cassa Integrazione: altresì esaurisce la già risicata fiducia dei lavoratori in un’autentica volontà e capacità dirigenziale di rilancio della Fondazione e tutela dei dipendenti. Questo non può che costringere il sindacato a vagliare ad ogni livello istituzionale tale gestione, sulla quale permangono e gravano i recenti giudizi della Corte Europea di Giustizia, della Corte di Cassazione. Evidentemente in Fondazione si profilano replicati errori del recente passato “semplificando” oneri e impegni. I conti si faranno alla fine, come nel recente passato».

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