
«La valorizzazione dei terreni della famiglia del deputato leghista Paolo Paternoster, approvata ieri sera in consiglio comunale, con un emendamento della maggioranza rappresenta la classica goccia che fa traboccare il vaso: l’assessore Segala valuti se continuare l’agonia del suo mandato amministrativo oppure se non sia più dignitoso per lei e per il ruolo professionale che rappresenta rassegnare le proprie dimissioni».
Vanno giù durissimo i consiglieri comunali d’opposizione del Pd, Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani, riguardo all’ok dato ieri sera in aula all’urbanizzazione di un’area in zona stadio, con l’introduzione di 1.200 metri quadrati di commerciale, che sarebbe di proprietà della famiglia Paternoster.
«Parliamo di una “scheda norma” del 2011, già stralciata, e che nulla aveva a che fare con la Variante 23 all’esame del consiglio comunale. Ed è quanto meno di cattivo gusto che a riproporla e ad approvarla sia il partito o la coalizione del deputato nonché ex segretario provinciale della Lega – accusano i consiglieri piddini -. Ma soprattutto, l’introduzione di altri 1.200 metri quadrati di commerciale va ad intasare ulteriormente il quartiere Stadio già minacciato dal project financing per la realizzazione del nuovo stadio che di fatto è un centro commerciale camuffato. In questa maniera si spazzerà via tutto il piccolo commercio di quartiere».
«Tutte le promesse della campagna elettorale sono state tradite, Segala non è riuscita a fermare l’ondata di cemento e di aree commerciali che da dieci anni rendono sempre meno vivibile la città e i quartieri. Non è riuscita a vincere con formula piena nemmeno uno dei ricorsi (Cercola, San Rocchetto…) che avrebbero dovuto marcare un’inversione di tendenza rispetto alle precedenti gestioni di questo assessorato – accusa l’opposizione -. Nella Variante 23 ha accolto e avvallato ogni genere di porcata urbanistica che intasa la città e i quartieri con nuovo inutile cemento. Perché resta attaccata alla poltrona? Per lei sarebbero più dignitose le dimissioni».