«Ieri mattina sulla corsa delle 7,40 della linea 91 Santa Croce-Santa Lucia alla fermata di Porta Vescovo, l’autista Atv di turno si è ritrovato con ben 37 persone a bordo quando il limite tassativo fissato dalla stessa Atv in ottemperanza alle indicazioni del Decreto per le misure di contenimento del Coronavirus del 26 aprile è di sole nove persone».
È quanto denuncia oggi Raffaello Fasoli, segretario della Filt Cgil di Verona. A cui ha subito risposto il direttore generale di Azienda trasporti Verona, Stefano Zaninelli: «Si tratta di un caso emblematico di quanto si sta verificando in questi primi giorni di allentamento del lockdown. I flussi di passeggeri sono ancora del tutto instabili, con un andamento che cambia in continuazione, anche nell’arco di pochi minuti, e che pertanto è del tutto imprevedibile. Non è quindi possibile escludere che possano verificarsi improvvisi picchi di affollamento, nonostante il numero complessivo degli utenti sulla rete sia ancora molto esiguo».
Ma nella sua segnalazione il sindacalista della Cgil sollevava anche un altro tema: «Il conducente si è preparato a sospendere la corsa e, come da protocollo, ha segnalato la situazione all’azienda. Ma Atv gli ha espressamente proibito qualsiasi azione di sospensione della corsa. L’autosta ha allora segnalato la situazione alla Questura di Verona da cui ha ricevuto l’invito a rimanere fermo sul posto in attesa di verifiche ma, pressato dagli ordini aziendali il conducente ha dovuto portare a termine la corsa imbarcando fino a 48 passeggeri, 35 dei quali sono scesi all’Ospedale Maggiore».
«Va chiarito che nel caso di improvvisi assembramenti, ne l’azienda né il conducente hanno l’autorità di far scendere i passeggeri – puntualizza però il direttore Zaninelli -. In questi casi resta affidato soprattutto al buon senso dei singoli passeggeri tutelare la propria salute, evitando di salire quando il mezzo appare troppo affollato. Tanto più che stiamo progressivamente intensificando il servizio in modo che se una corsa risulta troppo frequentata l’utente abbia la possibilità di attendere quella successiva in tempi ragionevoli. Nel caso della linea 91, su questo tratta c’è una corsa ogni 15 minuti, quindi il servizio è assolutamente adeguato».
Ma secondo Fasoli «sono molti i mezzi di Atv sui quali non vengono rispettate le norme di sicurezza, ed è gravissimo che l’azienda non prenda alcun provvedimento per tutelare la salute dei lavoratori e dell’utenza. Sulla questione della sicurezza a bordo dei mezzi pubblici esiste un inaccettabile scaricabarile tra Atv ed Ente di Governo, formato quest’ultimo da Comune di Verona, Provincia di Verona e Comune di Legnago. La realtà è che la configurazione attuale della linee non basta a soddisfare l’ingente domanda di trasporto pubblico: nel caso specifico del collegamento con l’Ospedale Maggiore, la tratta è è servita da una solo linea a bassa frequenza quando in condizioni ordinarie sono previste tre linee ad alta frequenza. Chiediamo all’ente di governo, quindi a Comune e Provincia, di ripristinare immediatamente il servizio ordinario non scolastico per favorire la mobilità cittadina in tutta sicurezza».
«Faccio presente che già questa mattina è stato predisposto un rinforzo del servizio, inserendo una corsa bis alla stessa ora. Dalle rilevazioni odierne le due corse hanno complessivamente registrato la presenza a bordo di 20 persone – ribatte Zaninelli -. Quello che dispiace è che in una situazione di assoluta emergenza come quella che stiamo vivendo ci sia un sindacato che specula su questi episodi, generando solo un inutile allarmismo che rischia di allontanare la gente dal servizio pubblico. E perde invece di vista quello che è il vero nodo di questa cosiddetta Fase 2, cioè che se non si ripensa a fondo e rapidamente il modo di spostarsi, differenziando gli orari e ridefinendo le modalità di lavoro e di studio, la città finirà presto paralizzata sotto il peso del traffico privato. E il sindacato avrà perso l’ennesima occasione per riconquistare la fiducia dei lavoratori».