«Assolti perché il fatto non sussiste». È la sentenza con cui stamani in Tribunale a Verona si è concluso il processo per la cosiddetta “Parentopoli”, che vedeva accusati di abuso d’ufficio per presunte assunzioni di favore i direttori generali delle principali società partecipate dal Comune di Verona: Gianpietro Cigolini (per Agsm e Amia, rispettivamente multiutility del Comune di Verona e società che si occupa di igiene ambientale), Stefano Zaninelli (direttore generale di Atv, l’azienda trasporti) e Carlo Alberto Voi, direttore generale di Amt (che si occupa della gestione dei parcheggi e della sosta).
L’indagine sull’assunzione di parenti e amici di parenti nelle aziende partecipate del Comune scaligero era sfociata nel rinvio a giudizio per i tre dirigenti pubblici e altri sette imputati, tra manager, presidenti e componenti dei Cda, per quest’ultimi il pubblico ministero aveva già chiesto l’assoluzione al termine della sua requisitoria lo scorso 10 aprile.
Il collegio giudicante, presieduto da Marzio Bruno Guidorizzi, ha assolto tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. Il pubblico ministero, Valeria Ardito, aveva chiesto la condanna ad un anno e sei mesi per Cigolini, a un anno e 4 mesi per Zaninelli e a 8 mesi per Voi.