
«La nuova filovia è un’opera necessaria per Verona». A dirlo, ieri nella sede dell’Azienda municipalizzata trasporti di Verona, nel primo tavolo tecnico sul progetto filovia con i media, sono stati Francesco Barini, presidente di Amt, il responsabile unico del procedimento Carlo Alberto Voi, il direttore lavori Franco Galli e l’assistente Andrea Longo.
«La viabilità di tutto il sistema di trasporto pubblico trarrà grandi vantaggi dall’introduzione di 8 km di nuove corsie riservate, quindi la filovia va esattamente nella direzione opposta a quella paventata da discorsi privi di ogni fondamento tecnico o, peggio, demagogici – ha detto il presidente Barini, illustrando le fasi di cantiere in atto, con uno sguardo a ciò che è stato fatto dall’apertura dei lavori a San Michele il 27 maggio scorso fino ad oggi -. Quindi si penalizzerà, se del caso, la circolazione delle auto private per consentire il transito più spedito dei mezzi pubblici, nessuno escluso, dai taxi all’autobus, alla filovia. Le critiche verso una valutazione dell’opera come dannosa o inutile per Verona trovano risposta nel fatto che la Filovia è stata valutata strategica e per questo finanziabile dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ammettendola a finanziamento statale per il 60% dell’importo complessivo di 143 milioni di euro».
«Verona conta su un patrimonio di 60 mila alberi. E quelli, in totale, che risultano ad oggi interferenti con il passaggio del mezzo corrisponde a 250 piante. Si tratta dello 0,4% del patrimonio arboreo della città – ha continuato l’ingegner Voi entrando nello specifico di uno dei temi “caldi” del progetto filovia -. Le cifre di 500 o 700 alberi da tagliare sono quindi una fake news. In via Fra’ Giocondo sono state salvate due piante, facendo scendere il numero degli alberi da tagliare, alcuni dei quali malati, da 21 a 19. Sono stati svolti controlli e accertamenti sulle piante tolte accertando che non erano presenti nidi. E sarà ripiantato un egual numero di piante, se non maggiore, ma stavolta autoctone e adatte alla zona per una Verona più verde».
«I pali di sostegno delle linee aeree di alimentazione elettrica sono presenti solo nelle tratte di percorso esterne al centro storico – ha aggiunto il direttore lavori – Partendo da Cà di Cozzi si interromperanno in piazzale Stefani e riprenderanno alla Stazione Porta Nuova. Partendo da San Michele si interromperanno in Via Zeviani e riprenderanno alla Stazione Porta Nuova».
«Per capire il progetto filovia, è necessario guardarlo come un progetto generale, che oltre al mero mezzo include opere rimaste incomplete per anni, come il sottopasso di via Città di Nimes – ha concluso il presidente Barini -. Una delle contestazioni avanzate durante le assemblee dai cittadini è quella di utilizzare al posto della filovia autobus elettrici. La filovia è un mezzo “full electric”. I mezzi pubblici totalmente a batteria, che sono anch’essi full electric, hanno una autonomia non sufficiente per garantire la continuità del servizio pubblico. Non si può rischiare che il mezzo rimanga fermo perché la batteria è scarica. L’attuale tecnologia disponibile con batterie al titanato di litio di ultima generazione fa della filovia un mezzo moderno e non “già vecchio”. Ed è in grado di garantire l’autonomia di marcia per i 4 km previsti non elettrificati».
Da giovedì 18 luglio sarà avviata l’attività di cantiere lungo via Paganella a San Michele, finalizzata alla realizzazione del cavidotto di collegamento alla futura sottostazione elettrica.