
«L’atteggiamento delle categorie economiche a Verona rispetto alla scelta del partner industriale per Agsm è inaccettabile. Sono le stesse categorie economiche che hanno svenduto l’aeroporto di Verona a Save senza una gara pubblica e oggi vorrebbero ripetere l’operazione con Agsm svendendola a Milano».
È il duro commento dell’onorevole veronese del Pd, Gianni Dal Moro, sulla vicenda che in questo ore sta scaldando la politica veronese: l’affaire del progetto di fusione tra la municipalizzata veronese del gas e dell’energia con quella vicentina e con un partner privato come la milanese A2A, quotata in Borsa, Un piano che l’amministrazione Sboarina sta portando avanti da sei mesi ma che rischia di spaccare la stessa maggioranza con Lega e Verona Domani che nel consiglio d’amministrazione di Agsm, l’altra sera, hanno votato assieme al Pd contro al piano proposto dal presidente Daniele Finocchiaro, uomo voluto dal sindaco.
«Se pensano di governare la città come hanno fatto in questi anni, attraverso i giochi di poltrona delle aziende partecipate, si candidino alle prossime elezioni amministrative e prendano i voti dei cittadini – riprende Dal Moro -. La posizione del Partito Democratico è chiara e trasparente da sempre: sì all’aggregazione con un partner industriale ma nel massimo della trasparenza attraverso una gara ad evidenza pubblica».
«Come si è visto con l’aeroporto, se si tratta con una sola società si porta a casa non il massimo ma il minimo dei vantaggi per i veronesi, perché non c’è competizione – conclude Dal Moro -. Le diverse proposte che sono arrivate dimostrano il forte interesse che c’è nei confronti di Agsm, quindi si proceda immediatamente con una gara pubblica e vinca il miglior progetto che valorizzi sul piano industriale la municipalizzata e che consenta ai veronesi di ottenere il massimo dei vantaggi. Al Sindaco dico: se la sua maggioranza vota contro la sua proposta riguardante la più importante società pubblica veronese ne tragga le dovute conseguenze».