Malore in piscina per Federica Pellegrini per l’acqua troppo calda: 30 gradi. È successo oggi a Verona, nella piscina di via Colonnello Galliano che ospita il Centro federale di Alta Specializzazione della Federazione italiana nuoto. E questo, dopo che ieri il caldo torrido è stato la probabile causa della morte di un operaio agricolo stagionale rumeno a Belfiore, sempre nel Veronese: l’uomo è stato trovato riverso per terra con il corpo che aveva raggiunto i 43 gradi.
Oggi, la grande campionessa italiana, reduce da una serie di entusiasmanti risultati nell’ultimo test di Vichy, in Francia, (dove Federica ha fatto segnare con 1’55”00 il terzo tempo mondiale stagionale nei 200 stile libero) in preparazione ai Mondiali di Kazan in Russia, si è presentata in vasca alle 8,30 per il solito allenamento ma, improvvisamente, poco dopo le 10,30 ha dovuto abbandonare: «Dopo essere quasi svenuta per l’acqua troppo calda (30 gradi), questa mattina durante l’allenamento – ha scritto alle 11 Federica su un tweet seguito da migliaia di fans – chiedo ufficialmente aiuto al Comune di Verona per raffreddarla e non pregiudicare la mia preparazione e quella degli altri atleti in vista dei mondiali di Kazan».
Un messaggio, quella della Pellegrini che si allena da anni a Verona nel centro attivato nel 2000 ed intitolato ad Alberto Castagnetti che è stato l’allenatore che ha scoperto e lanciato Federica, che ha subito fatto scattare sulla sedia sia il neo assessore allo sport del Comune scaligero, Alberto Bozza, sia il direttore del Centro federale, Alberto Nuvolari. «Il problema esiste e lo stavamo già affrontando immettendo fin dalle 10 di stamattina acqua fredda nella piscina, ma il caldo di questi giorni è un problema per tutti – ha detto subito Nuvolari -. Capisco Federica, lei è una che in vasca ci sta ore e ore, e quindi è chiaro che un solo grado in più lo patisce eccome. Figurarsi, la temperatura ideale per un atleta sarebbe sui 26 gradi, qui stamattina eravamo a 30, e solo verso mezzogiorno, continuando ad immettere acqua fredda dall’acquedotto, siamo riusciti ad abbassarla a 29. Devo dire che Federica ha solo reso pubblico con il suo tweet un problema che ci hanno già sollevato gli altri atleti della nazionale che si stanno allenando a Verona. Ci sono i 12 della nazionale di fondo ed altri 8 oltre alla Pellegrini della nazionale nuoto. Tanto che abbiamo cercato di correre ai ripari appunto iniziando ad immettere acqua fredda. Non oso pensare alla bolletta che arriverà quest’estate al Centro nuoto di via Galliano».
«È vero che la piscina dove si allena Federica Pellegrini è di proprietà comunale, ma il Comune ne ha assegnato la completa gestione alla Federazione italiana nuoto – ha cercato di scaricare l’assessore Bozza -. Mi rincresce quindi per il malfunzionamento odierno della vasca, che ha quasi fatto rischiare un malore alla campionessa azzurra, ma il Comune di Verona non c’entra nulla. Da parte mia, solleciterò la Fin perché risolva al più presto il problema: capisco il disappunto di un’atleta seria come la Pellegrini».
«Dobbiamo tener presente però anche un altro problema – ha sottolineato Nuvolari – ed è che stiamo utilizzando in continuo acqua dell’acquedotto per cercare di raffreddare le piscine, e non vorrei che poi questo consumo eccessivo si ripercuotesse sulle scorte idriche del quartiere. Il problema esiste, ma non è di facile soluzione come è eccezionale quest’ondata di caldo che ha colpito Verona, come il resto del Nord e Centro Italia».
Per cercare più soluzioni, nel pomeriggio Nuvolari ha tenuto un vertice con tutti gli atleti azzurri, compresa la Pellegrini, e si è deciso di aprire la piscina agli atleti fin dalle 7 del mattino, per poter permettere loro di allenarsi con l’acqua non ancora troppo riscaldata dal sole terribile di questi giorni. Federica non ha battuto ciglio e domattina alle 7 lei sarà già in vasca.