La Lega Nord conferma la manifestazione di venerdì 7 ottobre in piazza ad Avesa per protestare contro l’ipotesit di arrivo di richiedenti asilo nel Centro di accoglienza ialle ex Scuole Braida. «Ieri pomeriggio sono stato ricevuto dal Prefetto e c’è stato un lungo confronto in merito alle politiche dell’accoglienza dei richiedenti asilo a Verona e Provincia. Apprezziamo la professionalità e la chiarezza del Prefetto Mulas e dei suoi collaboratori ma le informazioni che ci sono state fornite non sono molto rassicuranti – ha detto oggi il segretario cittadino e senatore della Lega Nord , Paolo Tosato, confermando la manifestazione -. Il Ministero degli Interni continua a comunicare alle Prefetture la necessità di trovare alloggi per il numero crescente ed apparentemente inarrestabile di coloro che arrivano dalle coste Libiche in Italia».
«Solo ieri ne sono sbarcati 6 mila. Abbiamo fatto presente la necessità di non concentrare in un unico Comune o quartiere cittadino numeri importanti di richiedenti asilo – continua Tosato -. La Prefettura sta cercando di attenersi a tale indirizzo e ha assicurato che continuerà a farlo finché sarà possibile. In merito all’eventualità che le ex scuole Braida di Avesa vengano trasformate in un centro di accoglienza per richiedenti asilo la Prefettura ci ha comunicato che allo stato attuale non vi sono proposte ufficiali. Nei prossimi mesi potrebbe, tuttavia, esservi la necessità di promuovere nuovi bandi per individuare nuove strutture e nuovi posti letto. Vista l’incertezza della situazione e le voci preoccupate di molti residenti di Avesa abbiamo deciso di confermare la manifestazione in piazza d Avesa alle 18 di venerdì 7 ottobre». « L’iniziativa è organizzata dalla Lega Nord ma per rispetto di tutti coloro che vorranno partecipare non verranno esposte bandiere o simboli di partito – conclude il senatore -. Vogliamo dare la possibilità ai residenti di esprimere la propria posizione e il proprio punto di vista. Organizziamo una manifestazione preventiva perché troppo spesso la realizzazione dei centri “profughi” sono avvenuti a giochi fatti, dopo che i contratti con i privati erano già stati stipulati».