Sabato 18 marzo alle 10, al Museo Archeologico Nazionale di Verona in stradone San Tomaso 3, nel 170° Anniversario dell’impiccagione di Carlo Montanari a Belfiore, si terrà il convegno “Eroi del Risorgimento a Verona – I martiri di Belfiore nelle carceri di San Tomaso”. A seguire, la proiezione del video di Angelo De Rossi e la visita al Museo Nazionale Archeologico di Verona.
«Durante la Prima Guerra d’Indipendenza, nell’esercito di Carlo Alberto militarono molti volontari italiani. Dopo la sconfitta dei piemontesi, l’atteggiamento del governo austriaco nei confronti delle popolazioni del Lombardo-Veneto, subì un forte inasprimento. Dall’agosto del 1848 all’agosto del 1849, furono giustiziati 961 patrioti e inflitte oltre 4.000 condanne al carcere per cause politiche. Furono requisiti i beni degli espatriati e imposti pesanti tributi alle popolazioni italiane – ricorda Giorgio Massignan -. Come reazione, i patrioti si ribellarono, incontrandosi e organizzandosi segretamente, per creare un movimento cospirativo policentrico in tutto il Lombardo-Veneto. Seguivano le idee di Giuseppe Mazzini, che mirava a raggiungere la liberazione dagli occupanti stranieri, l’unità d’Italia e la repubblica, attraverso le insurrezioni popolari».
Il primo Comitato patriottico nacque il 2 novembre 1850 a Mantova, ne era ispiratore Don Enrico Tazzoli, un prelato mantovano vicino ai mazziniani, che aveva contatti con figure notevoli del movimento. Pur in un clima difficile, con soldati e poliziotti austriaci in numero tale da scoraggiare qualunque iniziativa rivoluzionaria, il conte Carlo Montanari, il poeta Aleardo Aleardi e altri, organizzarono un Comitato patriottico mazziniano anche a Verona, presso la libreria di Domenico Cesconi, in Corticella Leoni. Ma, l’attività dei Comitati di Mantova, di Venezia e di Verona durò poco più di un anno, perché gli adepti furono scoperti dall’efficiente polizia politica austriaca, processati e condannati.
La maggior parte dei prigionieri furono sottoposti alla tortura e qualcuno non resistette alle sofferenze e confessò; altri morirono prima di parlare. L’8 luglio 1852 Carlo Montanari fu accusato di aver tentato di mappare le fortificazioni di Mantova e di Verona. Si trattava di spionaggio militare ed era prevista la pena di morte. Il 3 marzo del 1953 fu impiccato a Belfiore. Con lui furono impiccati anche Tito Speri di Brescia e don Bartolomeo Grazioli di Mantova.