Tosi non ce la fa più a tenere unita la sua maggioranza. Con Ciro Maschio che ieri sera è passato all’opposizione la situazione in consiglio comunale è ora 19 a 18, quindi un solo consigliere di differenza a sostegno del sindaco. Ma soprattutto, ieri sera la maggioranza ha perso il controllo della commissione urbanistica, che è salta per mancanza del numero legale dei consiglieri sufficienti per tenere la seduta, a causa appunto del passaggio di Ciro Maschio nelle fila della minoranza che, compatta, non si è presentata. E si tratta di esaminare un progetto importantissimo per i piani della Verona del sindaco Tosi: il nuovo supermercato Esselunga davanti alla fiera con un investimento da 27 milioni. Ed infatti, subito dopo, è saltato sempre per mancanza del numero legale dei consiglieri anche il consiglio comunale.
« La vicenda Esselunga ha messo in luce tutte le difficoltà dell’amministrazione Tosi. Un’amministrazione sempre più lacerata da divisioni interne e da scontri politici ha commentato il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Michele Bertucco -. Il Piano urbanistico attuativo dell’Esselunga rappresenta bene la parabola politica del sindaco. È un progetto edilizio imposto in barba a qualsiasi pianificazione urbanistica da Tosi e dall’allora vicesindaco Giacino».
«Che l’“interpretazione autentica” deliberata a maggioranza durante il consiglio comunale del 14 novembre 2013 (Giacino si dimise il giorno dopo) fosse una palese forzatura diretta ad aggirare la nuova e più severa legge regionale sul commercio entrata in vigore nel dicembre 2012 lo abbiamo detto e ripetuto in tutte le lingue . conclude Bertucco -. Sulla destinazione commerciale dell’area c’era soltanto una generica indicazione derivante da una osservazione del 2011 al Piano degli Interventi da parte della Polo fieristico Spa e un emendamento presentato dal consigliere Papadia sempre nel 2011 in fase di approvazione della scheda norma. Non era ragionevole, come fecero Tosi e Giacino, sostenere che quelle indicazioni generiche volessero significare proprio la volontà di destinare l’area ad una grande struttura di vendita. Se un’amministrazione decide di insediare a Verona Sud 8 grandi aree commerciali, ha anche il dovere di spiegare che impatto avranno sulla viabilità della città e sulla vivibilità dei quartieri; come possono sopravvivere tutte insieme senza cannibalizzarsi tra di loro in pochi anni lasciandoci in eredità grandi cattedrali nel deserto. Tutti aspetti che la pianificazione comunale non affronta minimamente accontentandosi di fare cassa con il territorio».