«Il sindaco Sboarina chiarisca quanto sono costate ai veronesi le consulenze fornite ad Agsm da professionisti che risulterebbero già coinvolti in altre fusioni con A2A». A chiederlo sono il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle, Marta Vanzetto, assieme al collega Alessandro Gennari, ed al consigliere regionale Manuel Brusco, che annunciano: «Stiamo anche segnalando le anomalie di questa operazione tutta “sboariniana” anche all’antitrust».
«Adesso è tutto chiaro – dice Vanzetto -, la vicenda della svendita di Agsm è una questione tutta politica, altro che bollette e prospettive industriali. Non c’è intesa sul futuro della multiutility nemmeno tra il sindaco di Verona, Federico Sboarina, e la maggioranza che lo sostiene in Comune, in particolare la Lega, salvo poi scoprire che quest’ultimo partito fa il gioco esattamente contrario in casa della consociata vicentina Aim».
«Eppure l’apertura a soluzioni alternative alla svendita alla lombarda A2A aveva immediatamente portato a nuove offerte, che coinvolgerebbero anche altre aziende energetiche del nord est, facendo tornare in auge la prospettiva di un sistema regionale – continua Gennari -..Che fine ha fatto tutto questo? Quale può essere l’atteggiamento dei possibili partner di Agsm alla vista di queste beghe di palazzo?».
«Una cosa appare certa: Agsm rappresenta per la politica un centro di potere e il suo futuro viene gestito solo in quest’ottica – rincara la dose Brusco -. È scandaloso che non si riesca a preservare e valorizzare un’azienda pubblica solida e di valore, tenendo come obiettivo principale il suo ruolo di servizio collettivo».