
Un’aggressione maturata all’interno dell’ambiente di senza tetto e sbandati che sono soliti frequentare di notte i vecchi magazzini della stazione di Villafranca di Verona come rifugio e dormitorio. Sono le prime due certezze a cui sarebbe arrivata la Squadra Mobile scaligera, guidata dal dottor Roberto Di Benedetto, nelle indagini sul rumeno di 42 anni massacrato di botte e dato alle fiamme proprio all’interno della stazione ferroviaria della cittadina alle porte di Verona. Si allontana, e la città tira per questo un sospiro di sollievo, l’ipotesi di un raid di natura razzista.
L’uomo, Vasile Todirean, resta in gravissime condizioni, ricoverato dall’altra sera nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Borgo Trento. Le ferite più gravi sono quelle al capo, una in particolare che gli avrebbe spaccato il cranio, oltre alle ustioni di secondo e terzo grado sulle gambe e sul torace.
E proprio il tipo di ferite e la ricostruzione di quanto può essere accaduto da parte della Polizia scientifica fanno oramai propendere per sicura l’aggressione accantonando la possibilità che potesse trattarsi di un incidente, dovuto magari all’uso smodato di alcol a cui pare l’uomo fosse dedito. Ci sarebbero poi i risultati delle telecamere di sorveglianza della stazione a dar man forte agli uomini della Mobile, che da ieri sera stanno orientando le loro indagini verso il mondo di senza tetto e sbandati che sono soliti rifugiarsi nello scalo ferroviario Villafranchese.
Sotto la guida del pubblico ministero Elvira Vitulli, gli inquirenti avrebbero sentito ieri alcune persone, dei testimoni ma anche individui “informati dei fatti” se non ancora ufficialmente indagati. La Procura di Verona ha aperto, infatti, un fascicolo per il reato di tentato omicidio.
Fonti dell’amministrazione comunale di Villafranca, invece, hanno confermato che l’uomo nel marzo scorso era stato colpito da un Daspo dopo essere stato trovato ubriaco mentre dormiva su una panchina. Lui, però, ma non si era mai allontanato da Villafranca, trovando alloggio nei locali della stazione nonostante i servizi sociali del Comune gli avessero offerto più volte un aiuto.